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Farm to Fork: ecco una bozza dei piani europei sul cibo

Benessere animale e riduzione delle emissioni: questi i punti centrali della strategia UE Farm to Fork

(Rinnovabili.it) – L’ultima bozza diffusa della strategia europea Farm to Fork presenta alcuni importanti dettagli, tra cui una maggiore enfasi sul possibile ruolo dell’allevamento nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ottenuta la Euroactiv, la bozza evidenzia l’impatto del bestiame sull’ambiente, affermando che, per facilitare la riduzione di emissioni dovute alla produzione di carne, la Commissione “stimolerà l’immissione sul mercato di mangimi innovativi che aiutano a ridurre l’impronta di carbonio, l’inquinamento dell’acqua e dell’aria e l’emissione di metano.

Secondo la bozza, l’esecutivo dell’UE rivedrà anche la legislazione sul benessere degli animali, al fine di aggiornarla sulla base delle più recenti prove scientifiche e renderla più facile da applicare. Un nuovo elemento introdotto dalla Commissione “considererà anche le opzioni per l’etichettatura relativa al benessere degli animali”, con l’obiettivo di migliorare le opportunità di mercato per gli agricoltori a fronte di una sempre maggiore richiesta di trasparenza da parte dei consumatori sulle condizioni in cui gli animali sono stati allevati e macellati.

Questa scelta va incontro alle richieste della delegazione tedesca, spagnola, danese e italiana che, durante il Consiglio Agrifish tenutosi il 27 gennaio, hanno promosso la creazione di un marchio per il benessere degli animali trasparente e unico, sostenendo che ciò “aumenterà in modo significativo la fiducia dei consumatori nell’etichettatura dei prodotti di origine animale”.

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Ma la bozza di Farm to Fork considera soprattutto la cattura del carbonio come un “promettente esempio di nuovi modelli di business verde”, riconoscendo che sia la PAC (Politica agricola comune), sia l’ETS (sistema di scambio di quote di carbonio europeo) possono rendere finanziariamente sostenibili delle pratiche agricole più attente al clima. A tal fine, la Commissione svilupperà un “Manuale UE sull’agricoltura del carbonio” per quantificare le riduzioni delle emissioni nelle aziende agricole e nei sistemi forestali.

Infatti, la possibilità di incentivare la cattura del carbonio attraverso la politica agricola comune post-2020 è stato il principale argomento di discussione di un incontro informale con i ministri dell’agricoltura ospitato dalla presidenza del Consiglio finlandese lo scorso settembre. A questo proposito, la strategia Farm to Fork dovrebbe contenere una “revisione del programma di promozione dei prodotti agricoli” al fine di “migliorare il contributo alla produzione e al consumo sostenibili”. La Commissione, inoltre, “valuterà rigorosamente” la conformità della concessione del sostegno al reddito (soprattutto i sussidi basati sulla produzione, noti come pagamenti accoppiati) al fine di migliorare la sostenibilità dei settori interessati.

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La scorsa settimana, Euroactiv ha riferito che la prima bozza di Farm to Fork specificava obiettivi obbligatori per la riduzione dell’uso e del rischio di pesticidi chimici sintetici, soprattutto in riferimento al controverso Harmonized Risk Indicator 1 (HRI1), la cui idoneità è stata fortemente contestata. Tuttavia, l’ultima versione trapelata non fa menzione dell’HRI1, suggerendo invece una “revisione della Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, che migliorerà le disposizioni sulla gestione integrata dei parassiti e promuoverà un maggiore uso di metodi alternativi per proteggere i raccolti da parassiti e malattie“.

Infine, il documento afferma che, per garantire l’adozione e la fornitura di prodotti agricoli, ittici e di acquacoltura sostenibili e ridurre la perdita e gli sprechi alimentari, la Commissione “rivedrà le norme di commercializzazione”, compreso il quadro legislativo sulle indicazioni geografiche. Per promuovere tali pratiche e coinvolgere l’industria alimentare in un processo trasparente, la Commissione svilupperà un codice di condotta dell’UE e il relativo quadro di monitoraggio per pratiche commerciali e di marketing responsabili. L’obiettivo principale, in questo caso, è stimolare la riformulazione degli alimenti trasformati, compresa la definizione dei livelli massimi per determinati nutrienti e la definizione di profili nutrizionali per limitare la promozione di alimenti ricchi di sale, zucchero e grassi.

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