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Etichette fronte pacco, il colore vale più delle informazioni?

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via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – Etichette fronte pacco verso la scelta finale? Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea ha pubblicato i risultati di quattro studi scientifici relativi alle informazioni sugli alimenti poste sulle etichette fronte pacco.

In base a tali risultati la Commissione proporrà una revisione delle norme attualmente in vigore per quanto riguarda sia la strategia Farm to Fork sia il piano di lotta contro il cancro.

Tante volte si è ripetuto che le informazioni contenute nelle etichette delle confezioni alimentari devono aiutare a fare scelte informate, salutari e sostenibili.

Vediamo i risultati a cui è giunto il JRC.

Etichettatura fronte pacco

L’etichettatura nutrizionale fronte pacco dovrebbe servire a prevenire le malattie non trasmissibili legate alla dieta (ad esempio, malattie cardiovascolari, diabete, tumori).

Attualmente, la normativa comunitaria non prevede un obbligo per questo tipo di informazioni, che sono quindi su base volontaria.

La Commissione vorrebbe invece proporre un’etichetta obbligatoria omogenea in tuti gli Stati membri. Secondo lo studio del JRC:

Bevande alcoliche

In base al regolamento sulle Food Information to Consumers (FIC) per le bevande alcoliche contenenti più dell’1,2% di alcool in volume non c’è l’obbligo di indicare in etichetta l’elenco degli ingredienti né una dichiarazione nutrizionale.

Lo studio del JRC evidenzia che:

Informazioni sugli scaffali o con i mezzi digitali

Gli scienziati hanno analizzato le fonti alternative di informazioni sugli alimenti disponibili al di fuori delle etichette per capire in che modo influenzino i consumatori.

Hanno concluso che:

Etichettatura di origine

Come e perché i consumatori usano, comprendono e sono influenzati dalle informazioni sull’origine dei prodotti alimentari?

Ecco le conclusioni a cui sono arrivati gli scienziati:

Al di là di qualunque pregiudizio, l’elemento sui cui riflettere è la correttezza dei contenuti in etichetta.

È preferibile seguire un’informazione fuorviante solo perché i colori la rendono più accattivante?

Allora ragioniamo sull’estetica, per rendere più attirante la giusta informazione. E si preveda un’educazione alimentare fin dai primi anni di scuola (esperimenti in tal senso sono in corso con successo anche in Italia) per capire il valore dei cibi, la qualità, il rapporto con il territorio e la sostenibilità.

Non ha molto senso bollare l’olio d’oliva come fosse un veleno (si usa a cucchiaini, non a bicchieri) ma approvare prodotti molto processati.

La comunità scientifica ha riconosciuto la dieta mediterranea un regime salutare, purtroppo in sede comunitaria c’è un’amnesia preoccupante.

È vero che il sistema di etichettatura Nutriscore penalizza gravemente tutto l’agroalimentare italiano di qualità (in sostanza boccia l’85% del Made in Italy), ma in ultima analisi il più penalizzato sarà proprio il consumatore.

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