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Etichette alimentari, impariamo a riconoscere nomi e simboli

Etichette alimentari
Credits: depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – Continua il viaggio nel mondo delle etichette alimentari e della sicurezza a tavola. Dopo il primo approfondimento (vedi qui) dedicato alla dichiarazione nutrizionale, si passa alle informazioni obbligatorie su allergeni, scadenze ecc. e ai simboli riportati sul packaging.

Cosa è obbligatorio nelle etichette alimentari

Alcune informazioni non possono assolutamente mancare sull’alimento:  

Nome – Descrive sinteticamente le sue caratteristiche (per esempio potreste trovare per un cornetto: prodotto dolciario da forno).

Ingredienti – Sono riportati in elenco, in ordine ponderale decrescente, quindi il primo della lista è quello presente in maggior quantità. L’elenco è presente in tutti gli alimenti ad eccezione di quelli costituiti da un unico ingrediente (per esempio il sale o la farina).

Allergeni – Devono saltare all’occhio quindi sono scritti con un carattere diverso da quello utilizzato per gli altri (di solito li trovate in grassetto o sottolineati). Chi stabilisce quali sono gli allergeni? la normativa europea, che ha definito un elenco degli alimenti che, in base alle statistiche, provocano più spesso allergie. 

Cereali contenenti glutineFrutta a guscio
CrostaceiSedano
UovaSenape
PesceSemi di sesamo
ArachidiAnidride solforosa e solfiti in concentrazioni > 10 mg/kg o 10 mg/litro
SoiaLupini
LatteMolluschi

Troviamo gli allergeni nell’elenco ingredienti se acquistiamo al bar o dal panettiere e nei menù dei ristoranti. Potreste trovare nei menù delle piccole icone accanto ai piatti: 

allergeni etichette alimentari

Quantità netta – E’ la “e” che a volte vediamo sulle confezioni. Questo simbolo indica che il produttore ha pesato l’alimento con dei criteri statistici stabiliti dalla normativa europea e che, quindi, l’informazione sul peso/volume dell’alimento è accurata. Per le olive in salamoia, o per il tonno in scatola, che sono prodotti immersi e venduti nel cosiddetto liquido di governo, è indicato anche il peso netto sgocciolato.

Data di scadenza o termine minimo di conservazione (TMC) – Ci dice fino a quando possiamo consumare l’alimento, la data indicata normalmente è calcolata in base a studi di laboratorio precisi: i produttori “stressano” l’alimento sottoponendolo a condizioni particolari per verificarne la durabilità. 

Le date di scadenza e TMC non hanno lo stesso significato e quindi possiamo regolarci diversamente. 

Scadenza: riguarda tutti gli alimenti deperibili confezionati (insalate in busta, carne e pesce, formaggi) ed è indicata con la voce “da consumare entro” non dobbiamo consumare l’alimento oltre la data stabilita perché può essere nocivo.

Termine minimo di conservazione (TMC): riguarda gli alimenti a lunga conservazione (tonno, pasta, merendine, biscotti) ed è indicato con “da consumare preferibilmente entro”,  possiamo consumare l’alimento anche dopo la data indicata perché sarà comunque sicuro anche se meno buono (per esempio un biscotto sarà meno fragrante).

Scadenza e TMC sono riportate in etichetta indicando giorno, mese ed anno ma ci sono delle eccezioni: per gli alimenti che si conservano per meno di tre mesi sono indicati giorno e mese; per quelli che si conservano per più di tre mesi ma meno di diciotto si indicano mese ed anno; per  quelli conservabili per più di diciotto mesi è indicato solo l’anno. 

In generale, non troviamo il termine minimo di conservazione su: prodotti ortofrutticoli freschi che non sono stati sbucciati o tagliati, vini, bevande con un contenuto di alcol pari o superiore al 10% in volume, prodotti di panetteria e pasticceria che di solito sono consumati in giornata, aceto, sale da cucina, zucchero. 

Modalità di conservazione o istruzioni per l’uso – Ci spiega come preparare l’alimento e come conservarlo. Scadenza e TMC sono calcolati considerando il rispetto delle istruzioni, se non le seguiamo la durabilità indicata non sarà garantita. 

Dati del produttore – Ci indica chi è il responsabile della produzione degli alimenti 

Titolo alcolometrico effettivo – Lo troviamo sulle bevande  che contengono più di 1,2% di alcol in volume 

Dichiarazione nutrizionale – E’ la tabella (vista nel primo articolo) con i valori nutrizionali dell’alimento 

Origine – Non la troviamo sempre in etichetta, dipende dal tipo di alimento. 

Le altre voci in etichetta

Per alcuni alimenti, i produttori devono inserire ulteriori informazioni in etichetta: 

Alimento Indicazione in etichetta Esempio sugli scaffali
Alimenti la cui conservazione è stata prolungata con gas di imballaggio Confezionato in atmosfera protettivaAffettati in vaschetta
Alimenti contenenti edulcoranti Con edulcoranti/eYogurt, marmellate, biscotti
Alimenti contenenti aspartameContiene aspartameBibite gassate
Alimenti contenenti più del 10% di polioli aggiunti Un consumo eccessivo può avere effetti lassativiGomme da masticare e caramelle
Bevande con molta caffeina o alimenti con caffeina aggiunta Elevato tenore di caffeina. Non raccomandato per i bambini e durante la gravidanza e l’allattamentoBibite energetiche

Gli additivi in etichetta

Oltre agli obblighi generali per l’etichettatura degli additivi visti nella puntata sul gelato, ce ne sono altri per alcuni additivi specifici:

secondo il regolamento europeo n. 1333/2008, gli alimenti che contengono questi additivi (per esempio i ghiaccioli) devono riportare in etichetta la voce “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione e dei bambini”. 

Simboli frequenti nelle etichette alimentari

Sulle confezioni degli alimenti ci sono poi immagini e loghi che ci fanno sapere se il prodotto ha caratteristiche particolari (è biologico, è senza glutine) e in che tipo di materiale è imballato (materiale per contatto con alimenti, imballaggio riciclato):

Questo logo si trova sugli alimenti senza glutine, ovvero quelli il cui contenuto di glutine non supera i 20 mg/kg. I loghi hanno formati e colori diversi in base all’associazione di riferimento. Per esempio, la spiga barrata rossa su fondo bianco è il logo registrato dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC). 

Il logo, ce ne sono molti, è uno tra i tanti che possiamo trovare sui prodotti che non contengono né alimenti di origine animale né derivati.

Indica che il prodotto è da agricoltura biologica. Gli alimenti biologici devono rispettare molte prescrizioni di legge per essere definiti tali. Se vogliamo essere sicuri, diffidiamo dai loghi non ufficiali e scegliamo quello europeo. 

Il bicchiere e la forchetta ci indicano che il materiale con cui è confezionato il prodotto è adatto al contatto con gli alimenti. Per stabilire l’idoneità dei materiali a contatto con gli alimenti (MOCA), i produttori eseguono delle analisi di laboratorio per verificare che, per effetto del tempo, o della temperatura, le sostanze contenute nei MOCA (dal contenitore per il microonde ai sacchetti per congelare) non migrino all’interno dell’alimento

Il codice a barre è apposto sulle confezioni degli alimenti per semplificare le operazioni di carico e scarico ed il passaggio in cassa. Contiene informazioni su: 

È il “quick response” (risposta rapida), si utilizza per memorizzare informazioni che saranno lette con lo smartphone  

Questo simbolo si utilizza per comunicare che parte dell’imballaggio è riciclato (o riciclabile). Possiamo trovare un simbolo identico ma con le frecce più sottili: indica l’appartenenza del produttore a dei consorzi che lavorano nel riciclo degli imballaggi. 

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