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Esselunga approva il bilancio di sostenibilità al 2025

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Foto di Marco Pomella da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Ambiente, clienti, comunità, fornitori, persone. Su questi punti fermi si basano le decisioni e l’azione del gruppo Esselunga, nato a Milano nel 1957. 63 anni di successi contrassegnati dall’innovazione: come sosteneva il fondatore Bernardo Caprotti, «bisogna saper evolvere, perché non c’è un domani con i sistemi che usavamo ieri».

Il gruppo Esselunga ha approvato il primo bilancio di sostenibilità al 2025 con un nome beneaugurante “Abbiamo a cuore la sostenibilità” e viaggia su grandi numeri: 8 miliardi di fatturato, 162 negozi, 25mila addetti, 5,5 milioni di clienti fidelizzati, 8500 fornitori (95% italiani), tre poli logistici, 2 centri di lavorazione, 2 centri di produzione, 7,5 miliardi di valore distribuito a finanziatori, fornitori, collettività, personale e pubblica amministrazione. L’impegno sul fronte ambientale è molto ambizioso: tagliare del 30% le emissioni di gas serra e realizzare il 100% delle confezioni in materiale riciclabile, riciclato o compostabile. Ma non finisce qui: tra i prossimi obiettivi c’è la filiera responsabile, ovvero almeno l’80% dei prodotti a marchio Esselunga dovrà essere fatto in Italia riservando particolare attenzione anche al benessere animale e alla pesca sostenibile.

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E le donne? La loro presenza nei ruoli chiave è già aumentata, con la ferma intenzione di continuare su questa strada: in bilancio prevede infatti di raggiungere il 44% di presenza femminile in posti di responsabilità. Non a caso, l’attuale presidente esecutivo del gruppo Esselunga è Marina Caprotti, una delle pochissime donne a guidare un colosso della grande distribuzione. 

Perché oggi un’azienda dovrebbe credere nella sostenibilità? Prima di tutto perché c’è la consapevolezza che un’azienda che non crede nel valore strategico della sostenibilità non andrà lontano: sono proprio i consumatori, ormai sempre più attenti e documentati, a esigere un comportamento sostenibile dalle imprese. Va detto che Esselunga non segue una tendenza, ma sta continuando un percorso iniziato in tempi non sospetti, fatto di promozione della cultura e dell’istruzione, di sostegno alla ricerca e alle iniziative di solidarietà, di valorizzazione delle produzioni regionali e delle piccole comunità per favorire la crescita dell’economia del territorio. Un percorso che va di pari passo con l’innovazione tecnologica, ovvero attenzione al risparmio energetico, alla bioarchitettura e alla riqualificazione del territorio, incremento dell’uso delle energie rinnovabili, potenziamento dell’e-commerce (che ha fatto un grande balzo in avanti nel periodo di chiusura). 

Per raggiungere gli obiettivi scritti nel bilancio di sostenibilità occorre lavorare sodo, cambiare la cultura aziendale e definire nuove priorità. Un compito non facile in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Eppure nel gruppo c’è la voglia di contribuire a scrivere un futuro migliore: non basta riverniciare la facciata, Esselunga sembra crederci davvero.

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