La pandemia ha messo in ginocchio le aziende vinicole, che tra vendite e presenze hanno avuto perdite che si aggirano intorno al 90%. Ma l’alta qualità e la creatività hanno fatto nascere iniziative all’aria aperta e Covid-free
di Isabella Ceccarini
Enoturismo, si prova a ripartire con iniziative open air e Covid-free
(Rinnovabili.it) – Il 41% degli italiani lo considera un elemento importante della convivialità, il 37% si ritiene un esperto, molti sono gli appassionati. Stiamo parlando del vino, elemento irrinunciabile del Made in Italy enogastronomico apprezzato nel mondo. Cosa è cambiato con la pandemia? Il settore vinicolo ha sofferto moltissimo con il lockdown e sta ancora faticando per agganciare una ripresa. Molto penalizzato dal crollo delle esportazioni e dalle difficoltà del settore HoReCa (Hotel, Restaurant, Café) il settore sta provando a ripartire con l’enoturismo, la dimensione esperienziale del buon bere. Il turismo di prossimità a cui sono stati costretti gli italiani ha premiato l’abbinamento natura, enogastronomia, prodotti biologici, valorizzazione del territorio, sostenibilità.
Stando ai dati di una ricerca del Movimento Turismo del Vino, le cifre del vino e dell’enoturismo sono drammatiche: il calo delle vendite e delle presenze si aggira intorno al 90%. Essendo impossibile riportare le persone a visitare le cantine – l’odore delle sostanze usate per la sanificazione comprometterebbe la qualità del vino – bisogna inventarsi delle soluzioni nuove, preferibilmente all’aperto. Perché non degustare un calice di vino guardano un bel panorama, piluccando salumi e formaggi tipici? Perché non abbinare le degustazioni a manifestazioni culturali durante il periodo della vendemmia per approfondire tutti i passaggi, dalla raccolta al bicchiere?
Leggi anche Vino biodinamico, la viticoltura del futuro?
Nella rigorosa osservanza delle regole igieniche, il Movimento Turismo del Vino ha organizzato la manifestazione “Cantine aperte in vendemmia”, picnic e degustazioni a cui si può partecipare solo con prenotazione. Le cantine associate offrono il cesto del picnic a Km0, propongono visite guidate, degustazioni e varie attività all’aperto come la vendemmia, lo yoga tra le vigne, escursioni a cavallo.
Da una ricerca dell’Osservatorio Reale Mutuaemerge che l’enoturismo ha un valore proprio perché collegato alle nostre aziende vinicole: un modo per sostenere l’economia locale. Infatti il 22% degli intervistati dichiara di non essere interessato all’enoturismo estero, almeno finché non avrà esplorato le migliori cantine italiane. La ricerca evidenzia inoltre l’importanza del digitale anche nel turismo enogastronomico: più di un italiano su tre (il 42%) consulta siti e social media per informarsi sul vino, fare acquisti direttamente dalle cantine o sulle piattaforme specializzate, o per organizzare escursioni enoturistiche.
Per fare gite in tutta tranquillità il Movimento Turismo del Vino e Roberta Garibaldi, esperta di turismo enogastronomico, hanno presentato nei mesi scorsi il protocollo internazionale “Tranquillamente enoturismo: linee guida e buone pratiche per un enoturismo Covid-free”.
Leggi anche Vino Biologico: come e chi lo definisce tale?