Preferire alcuni alimenti a tenore emissivo più basso e alla portata di tutti senza stravolgimenti radicali alle proprie abitudini alimentari. È la ricetta per diminuire l’impronta di carbonio di ciò che mangiamo. Con un guadagno netto del 4-10% per la qualità della dieta
Lo studio della Tulane University si basa sulle abitudini alimentari di 7.700 statunitensi
(Rinnovabili.it) – Sostituire la fiorentina con una cotoletta di pollo, preferire il latte vegetale a quello vaccino e altri piccoli aggiustamenti possono abbattere le emissioni della propria dieta di 1/3. E allo stesso tempo migliorano la qualità del regime alimentare del 4-10%. Lo sostiene uno studio della Tulane University pubblicato su Nature Food che prende come base le abitudini alimentari degli statunitensi.
Tagliare in modo facile le emissioni della propria dieta
I ricercatori sono partiti dai dati sull’assunzione alimentare di un campione rappresentativo a livello nazionale USA di 7.753 bambini e adulti. L’obiettivo era “identificare sostituzioni dietetiche semplici e attuabili da alimenti ad alto contenuto di carbonio a alimenti a basso contenuto di carbonio”, dal momento che attuare cambiamenti “radicali” nella dieta è “sfidante”. Ma non serve stravolgere le proprie abitudini per avere un impatto molto positivo sull’impronta di carbonio della nostra spesa.
“Abbiamo simulato il potenziale impatto di queste sostituzioni sulle emissioni di carbonio alimentare e sulla qualità della dieta”, spiegano i ricercatori. “Se tutti i consumatori che mangiano cibi ad alto contenuto di carbonio consumassero invece un sostituto a basso contenuto di carbonio, l’impronta di carbonio totale della dieta negli Stati Uniti sarebbe ridotta di oltre il 35%”.
Il punto di forza di questi accorgimenti non è solo che non richiedono un ripensamento profondo e strutturale del modo in cui mangiamo. Tagliare le emissioni della propria dieta, infatti, sarebbe alla portata di tutti, in modo trasversale a fasce di reddito, età, condizione sociale. L’impatto maggiore dei cambiamenti identificati nello studio, infatti, si ottiene nei piatti misti. Ovvero in pietanze come i burritos o come un piatto di pasta.
L’attenzione ai cambiamenti individuali nella dieta quotidiana è un tema che sta progressivamente finendo sotto i riflettori dell’azione climatica. L’anno scorso, l’ultimo rapporto del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico ha dedicato un intero capitolo agli stili di vita sostenibili, sostenendo che nel complesso le misure suggerite possono portare a un abbattimento del 40-70% delle emissioni legate alle nostre abitudini di consumo. L’ambito dove c’è più margine di miglioramento è il settore alimentare. Qui il risparmio di gas serra possibile arriva a 8 mld di t di CO2 equivalente (GtCO2e) sui 17 totali previsti dal rapporto.