Le linee guida Eatwell per un’alimentazione più sana devono guardare di più alla sostenibilità ambientale
(Rinnovabili.it) – Uno studio, condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine in collaborazione con l’Università di Oxford, ha suggerito che attenersi alle linee guida Eatwell promosse dal governo britannico per una corretta alimentazione potrebbe ridurre la possibilità di morte prematura di circa il 7% e aiutare l’ambiente.
“Il nostro studio dimostra che la Guida Eatwell costituisce un primo passo efficace verso diete più sane e sostenibili“, ha affermato Pauline Scheelbeek, docente di epidemiologia nutrizionale e ambientale presso la London School. Secondo le prime analisi, infatti, chi si attiene ad Eatwell non solo riduce i rischi di mortalità, ma promuove una riduzione del 30% delle emissioni di anidride carbonica.
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Le linee guida, pubblicate nel 2016, raccomandano alle persone di mangiare almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, pasti a base di patate, pane, riso, pasta o altri carboidrati amidacei e di bere da sei a otto bicchieri di liquidi al giorno. Eatwell richiede che le diete includano latticini e fonti di proteine, come fagioli e pesce azzurro, e che le persone scelgano oli e creme spalmabili insaturi e mangino meno cibi ricchi di grassi.
Nonostante gli evidenti benefici messi in luce dai ricercatori, i dati del National Diet and Nutrition Survey suggeriscono che meno dello 0,1% della popolazione è in grado di aderire a tutte e nove le linee guida. I dati hanno mostrato che il 44% delle persone è in grado di seguire tre o quattro delle raccomandazioni, ma il consumo di fibre e di pesce azzurro sono le indicazioni comunemente meno soddisfatte.
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La ricerca ha inoltre mostrato che limitare il consumo di carne in favore di legumi e pesce di provenienza sostenibile avrebbe un impatto significativo sull’ambiente e l’emissione di gas serra. Tuttavia, Scheelbeek ha affermato che “saranno necessari cambiamenti dietetici più decisivi di quelli raccomandati nella Guida Eatwell se vogliamo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. La guida non si rivolge specificamente alla sostenibilità ambientale delle diete. Dobbiamo quindi studiare modi per ridurre ulteriormente l’impronta ambientale della nostra dieta”.