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Mezzo secolo di corsa pazza per i disastri climatici

Mai così frequenti, intensi e legati tra loro: negli ultimi 50 anni i disastri naturali aggravati dal cambiamento climatico sono triplicati

Disastri climatici: report FAO, sono triplicati in 50 anni
Foto di Christel SAGNIEZ da Pixabay

Il rapporto Fao sull’impatto dei disastri climatici per l’agricoltura e l’allevamento

(Rinnovabili.it) – I disastri climatici sono triplicati negli ultimi 50 anni. E’ una sfida senza precedenti quella delle catastrofi naturali e degli eventi climatici estremi. Di recente hanno acquisito frequenza, intensità e complessità superiori a qualsiasi altro momento dell’ultimo mezzo secolo. Un fardello pesantissimo soprattutto per l’agricoltura, che paga un prezzo sproporzionato a confronto  di altri settori.

La panoramica offerta dalla Fao nell’ultimo rapporto dell’agenzia Onu con sede a Roma non lascia spazio a molti dubbi. Siccità, inondazioni, tempeste violente, parassiti e malattie, incendi. L’impatto di questi disastri climatici – eventi naturali, ma resi più frequenti e devastanti dal cambiamento climatico – ricade per il 63% sull’agricoltura, il resto su turismo, commercio e industria.

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Questo innesca degli effetti a catena di grandi proporzioni, visto che l’agricoltura è alla base dei mezzi di sussistenza di oltre 2,5 miliardi di persone sul pianeta. La maggior parte dei quali, sottolinea la Fao, “si trova nei paesi in via di sviluppo a basso reddito”, per i quali “rimane un motore fondamentale dello sviluppo”.

Proprio questi paesi, quindi, pagano il prezzo maggiore. Dal 2008 al 2018, i disastri climatici sono costati ai settori agricoli delle economie in via di sviluppo più di 108 miliardi di dollari, tra raccolti danneggiati e diminuita produzione del bestiame. La regione nel complesso più martoriata è l’Asia che accusa perdite economiche per 49 miliardi di dollari, seguita dall’Africa (30 mld) e dall’America Latina e dai Caraibi (29 mld). Il fattore più devastante di tutti, scrive la Fao, è la siccità.

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Per la prima volta, in questa edizione del rapporto annuale l’agenzia Onu prova a convertire le perdite economiche in equivalenti calorici e nutrizionali per dare un’idea più plastica e viva di cosa comportino i danni provocati dai disastri climatici.

Tra devastazioni all’agricoltura e all’allevamento, la stima Fao per il decennio 2008-2018 è una perdita equivalente a 6.900 miliardi di chilocalorie all’anno. In pratica, è l’apporto calorico annuale che basta per 7 milioni di esseri umani adulti. tutto ciò, conclude la Fao, avviene con “l’impronta digitale del cambiamento climatico, che si sta materializzando molto prima di quanto previsto”.