Le piante resistono ai patogeni senza l’uso di pesticidi
Metà dose di pesticidi nella frutta e nella verdura con un progetto in fase di sperimentazione all’ENEA.
Un gruppo di ricerca sta infatti testando il funzionamento di un piccolo robot a controllo remoto che stimola le difese dei prodotti ortofrutticoli grazie al trattamento con i raggi ultravioletti. In questo modo, secondo l’intendimento del progetto “Ormesi”, si dovrebbe rafforzare la resistenza ai patogeni.
Lo stress positivo che rafforza le difese naturali della pianta
La luce ultravioletta crea uno stress positivo a cui la pianta reagisce con la produzione di una sorta di “anticorpi” che ne fanno aumentare le difese naturali e quindi la resistenza ai patogeni. Da questo effetto, denominato ormesi, prende il nome il progetto.
I primi alimenti sottoposti al test sono basilico (Ocimum basilicum, la tipologia genovese), mele (varietà Golden Delicious) e limoni (varietà Femminello), tutti e tre da agricoltura biologica.
Al trattamento con raggi UV-C hanno mostrato una migliore reazione ai comuni patogeni che causano le muffe. L’applicazione potrebbe trovare applicazione anche in serra e su colture estese.
Anche dopo 75 giorni dal trattamento con UV-C, le piante di basilico hanno mostrato un minore sviluppo fungino (30% della superficie fogliare) rispetto a quelle non trattate (90%).
Nelle mele, l’irraggiamento ha rallentato la diffusione del patogeno all’interno del frutto e quindi la sua marcescenza.
Nei limoni, a 40 giorni dal trattamento, si è avuta l’inibizione totale dello sviluppo del patogeno.
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Sensori ottici per il trattamento selettivo
I ricercatori ENEA stanno pensando di equipaggiare il piccolo robot con sensori ottici in grado di riconoscere selettivamente le zone della pianta che hanno bisogno di essere trattate con gli ultravioletti.
«Si tratta di un’alternativa veloce, efficace e sostenibile all’uso di pesticidi e fitofarmaci che permette di proteggere le colture dall’aggressione di virus, funghi e batteri e di preservare integrità, freschezza e proprietà nutrizionali di frutta e verdura.
Meno pesticidi, meno inquinamento
Inoltre, l’impiego di questa tecnica permetterebbe di abbattere l’inquinamento di suolo, acqua e aria, oltre a ridurre il rischio per la salute di agricoltori e consumatori che troverebbero meno pesticidi residui nei cibi e nelle bevande», sottolinea Loretta Bacchetta del Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi dell’ENEA.
La scoperta ha grande rilievo per la salute delle persone: ogni anno nel mondo si consumano 2 milioni di tonnellate di pesticidi, che il lavaggio non riesce a rimuovere completamente da frutta e verdura.
Dal punto di vista ambientale, l’UE vuole ridurre del 50% l’uso di fitosanitari in agricoltura entro il 2030 in quanto parzialmente responsabili dell’inquinamento ambientale.