Correggere l’alimentazione per diminuire le emissioni
(Rinnovabili.it) – Le nostre diete hanno un forte impatto sull’ambiente. Per questo sarebbe fortemente consigliabile cambiare i sistemi alimentari per fermare il degrado dei nostri ecosistemi. Combinare un cambiamento nelle diete con l’adozione di misure di carattere più “tecnico” lungo la catena alimentare potrebbe arrivare a dimezzare il rilascio di azoto nell’ambiente.
Non solo proteine animali
Gli allevamenti intensivi e una dieta eccessivamente ricca di proteine animali sono una delle principali cause di rilascio di azoto nell’ambiente. Questa situazione, che provoca inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, contribuisce a determinare il cambiamento climatico.
Quando il suolo perde l’azoto la conseguenza è la perdita di biodiversità e l’impoverimento delle risorse naturali. Al contrario, un suolo sano garantisce la sicurezza alimentare e permette agli agricoltori di coltivare i terreni e ricavarne un reddito.
Un gruppo di ricerca internazionale, a cui hanno preso parte anche i ricercatori del Joint Research Center della Commissione Europea, ha pubblicato il rapporto Appetite for Change – Food system options for nitrogen, environment & health. Qui gli studiosi spiegano quali siano le modifiche indispensabili per dimezzare la perdita di azoto dai suoli, soluzioni che sarebbero in linea con gli obiettivi UE e con la Campagna globale delle Nazioni Unite sulla gestione sostenibile dell’azoto (Colombo Declaration, 2019).
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Diete equilibrate
Il rapporto esamina 144 scenari diversi; 12 potrebbero ridurre la perdita di azoto del 50%, 11 di questi comportano un cambiamento nella dieta.
La soluzione in grado di ridurre le perdite di azoto del 49% è anche quella che ha i costi sociali più bassi e prevede tre scelte chiave: dimezzare il consumo di carne e latticini; migliorare la gestione delle aziende agricole e della filiera alimentare; ridurre il consumo eccessivo e l’assunzione di proteine.
Per migliorare la salute delle persone e del Pianeta si evidenzia pertanto la preferenza per le diete equilibrate, prevalentemente a base vegetale. Altre due soluzioni proposte dagli scienziati riguardano la riduzione degli sprechi alimentari e il migliore trattamento delle acque reflue. Ne risulterebbero complessivamente minori emissioni di gas serra e minore perdita di azoto dai suoli.
L’eccesso di nitrati nell’acqua è una causa di inquinamento, con inevitabili ripercussioni nel settore agricolo e conseguente ridotta produttività dei terreni e impossibilità di nutrire una popolazione in crescita: un cane che si morde la coda.
Per quanto riguarda la salute umana, Appetite for Change ha rilevato che alti livelli di nitrati nell’acqua potabile e nel cibo possono aumentare il rischio di malattie non trasmissibili, tra cui cancro, malattie della tiroide e malattie cardiovascolari.
Il legame tra alimentazione ed energia
Alimentazione ed energia nell’ultimo periodo hanno dimostrato un legame così stretto che in molti casi ha finito per strangolare le famiglie: l’impennata dei prezzi le ha messe troppo spesso nell’impossibilità di acquistare cibi sani e nutrienti.
Questa situazione deve stimolare una riflessione ad ampio raggio sulla necessità di trasformare i sistemi alimentari, come suggerito dalla comunicazione della Commissione Europea Safeguarding food security and reinofrcing the resilience of food systems.
Le diete a base vegetale hanno bisogno di meno fertilizzanti e pesticidi, un suolo sano è in grado di resistere meglio a parassiti e crisi climatiche, un’agricoltura basata sulla circolarità delle proprie risorse è in grado di produrre in tutto o in parte l’energia di cui ha bisogno, l’innovazione e la tecnologia – pilastri dell’agricoltura di precisione e digitale – sono un sostegno e un incentivo a produrre di più con meno.
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Il costo della trasformazione dei sistemi alimentari
Grazie alle tecnologie disponibili, le aziende agricole possono rendere ancora più efficiente l’uso dell’azoto nel caso dei seminativi, dell’allevamento di suini e pollame come pure di ovini e bovini. Si può quindi affermare che l’agricoltura può dare un contribuito importante nella lotta al cambiamento climatico.
Ogni trasformazione, come pure quella dei sistemi alimentari, non avviene a costo zero ma bisogna saperla leggere con lo sguardo al futuro. Bisogna sostenere gli agricoltori virtuosi con incentivi finanziari e semplificazione delle procedure, si devono attuare politiche efficaci e informare compiutamente i consumatori per metterli in condizione di fare scelte con minore impatto ambientale.
In conclusione, per realizzare i cambiamenti indispensabili serve la partecipazione di ogni segmento della società. Si può fare, bisogna volerlo.