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In che modo la dieta vegetale aiuta il clima?

Una ricerca dell’Università di Leida ha studiato l’effetto ambientale di una drastica diminuzione nel consumo di proteine animali. Il risultato è sbalorditivo: se la metà degli abitanti dei Paesi più ricchi dimezzasse il consumo di prodotti animali si raggiungerebbe un effetto enorme in termini di salute pubblica e ambientale

dieta vegetale

(Rinnovabili.it) – Secondo una ricerca dell’Università di Leiden pubblicata su “Nature Food”, l’adozione di una dieta prevalentemente vegetale avrebbe un effetto notevolmente positivo sulle emissioni di anidride carbonica. Sia riducendo direttamente l’impronta di carbonio sia aumentando il sequestro naturale della CO2.

I ricercatori ritengono che se i 54 Paesi più ricchi riportassero i terreni agricoli allo stato naturale entro la fine del secolo si potrebbero estrarre dall’atmosfera quasi 100 miliardi di tonnellate di CO2.

Se solo la metà degli abitanti dei Paesi più ricchi dimezzasse il consumo di prodotti animali si raggiungerebbe un risultato enorme in termini di salute pubblica e ambientale.

Lo studio è stato effettuato sulla base dei consumi dei Paesi a reddito elevato perché qui è più facile operare un cambiamento delle abitudini nutrizionali, mentre nelle regioni più povere le persone consumano meno proteine animali che però sono la base minima per l’alimentazione.

La dieta vegetale riduce le emissioni di CO2

Circa l’80% della superficie agricola disponibile è impiegata per il pascolo e per coltivare il mangime per gli animali. Se si mangiassero meno prodotti di origine animale rimarrebbe “libera” molta terra che potrebbe tornare al suo stato naturale, quindi con piante e alberi selvatici che traggono carbonio dall’atmosfera.

Gli studiosi, pertanto, ritengono che un cambio di dieta sarebbe utile per rimanere entro i limiti delle emissioni ambientali; inoltre, una dieta ricca di alimenti vegetali è ormai scientificamente riconosciuta benefica per la salute umana.

Passare a una dieta a base vegetale ridurrebbe le emissioni annuali della produzione agricola del 61%. Convertire i terreni da agricoli e pascoli allo stato naturale eliminerebbe dall’atmosfera 98,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica entro la fine del secolo.

La scoperta dei ricercatori olandesi rimette in discussione le tante ipotesi su quale sia il modo più efficace per diminuire le emissioni di CO2 e contenere il rialzo della temperatura terrestre entro +1,5°.

Le comunità agricole, protagoniste del cambiamento

Oltre agli effetti sulla mitigazione del clima, il cambio di dieta avrebbe un effetto positivo anche sulla qualità dell’acqua, sul mantenimento della biodiversità e sull’inquinamento atmosferico.

Le comunità agricole possono diventare gli attori principali di un cambiamento ambientale radicale. In un quadro generale che va a cambiare il contesto socio-economico delle produzioni agricole, affermano i ricercatori olandesi, sarà necessario sostenere gli agricoltori e dare loro dei sussidi per la protezione della biodiversità e il sequestro del carbonio.