La dieta mediterranea è nell’elenco dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità
(Rinnovabili.it) – La dieta mediterranea è stata valutata la migliore dieta dell’anno da Best Diet Ranking 2021, una classifica elaborata da US News & World Report.
La valutazione viene effettuata sulla base di cinque categorie – prevenzione e cura del diabete, difesa del cuore, mangiare sano, componenti a base vegetale e facilità a seguirla – e in tutte le suddette categorie tale regime alimentare è stato ritenuto il più convincente.
Nel 2010 la dieta mediterranea fu iscritta nell’elenco dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dall’Unesco proprio in virtù della composizione equilibrata di alimenti sani – pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine d’oliva – che ha fatto dell’Italia il Paese con la popolazione più longeva d’Europa.
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Nella top five troviamo al secondo posto la dieta DASH (acronimo di Dietary Approaches to Stop Hypertension. Rivolta in particolar modo agli ipertesi, prevede il consumo di alcuni alimenti e la riduzione o eliminazione di altri) e al terzo la dieta flexitariana (un’alimentazione “flessibile” che prevede un consumo ridotto di prodotti di origine animale e un consumo abituale di vegetali). Seguono la storica dieta Weight Watchers (in gran voga negli anni Settanta), e al quinto posto la dieta della Mayo Clinic, che unisce prescrizioni alimentari e consigli di comportamento.
Scorrendo l’elenco di Best Diet Ranking 2020 si incontra una gran varietà di diete, in molti casi non esattamente equilibrate o che comunque richiederebbero il parere di un medico, diversamente dalla dieta mediterranea. Nel corso dell’ultimo anno segnato dalla pandemia è cresciuta l’attenzione a una dieta sana, con preferenza per i prodotti italiani: sono aumentati infatti i consumi di olio d’oliva, pasta (preferita quella con grano 100% italiano), frutta e verdura. Nello stesso periodo, i prodotti base della dieta mediterranea sono stati anche i più esportati sull’onda di una svolta salutista.
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Inevitabile fare una riflessione sul valore riconosciutole negli Stati Uniti mentre in Europa si discute ancora sulle fuorvianti etichette Nutriscore e a semaforo che paradossalmente consigliano di escludere dalla dieta alimenti naturali a favore di prodotti artificiali. Come nota Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, «si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate».