Proposte contro il degrado dell’ambiente e la perdita di biodiversità
Una ricerca sulla deforestazione in Colombia ha evidenziato, semmai ce ne fosse bisogno, l’urgenza di adottare politiche di ripristino prima che la situazione sia irrimediabilmente compromessa.
La ricerca è frutto del lavoro di un team di esperti dei sistemi ambientali del Consorzio FABLE Colombia guidato dalla Pontificia Universidad Javeriana di Bogotà e dall’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA).
Il peso delle emissioni
59,7 milioni di ettari di foreste coprono il 52% della Colombia. La maggior parte dei terreni agricoli è dedicata al pascolo del bestiame (33,7 milioni di ettari); 9,8 milioni di ettari sono invece riservati a colture come caffè, olio di palma canna da zucchero, riso, patate, manioca e mais.
Nel 2010 agricoltura, silvicoltura e altro uso del suolo hanno rappresentato il 66% delle emissioni totali della Colombia. Tra le cause, la deforestazione per l’accaparramento dei terreni, le colture illegali, gli allevamenti estensivi, il degrado delle foreste a causa del disboscamento illegale.
In Colombia la sicurezza alimentare rimane una sfida, soprattutto nelle zone rurali: l’agricoltura vale il 6% del Pil e impiega il 16% della forza lavoro, ma nel 2020 il tasso di povertà rurale ha raggiunto il 42%.
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Cambiare l’approccio all’agricoltura
Il cambiamento passa quindi da una diversa concezione dell’agricoltura: è necessario ridurre l’uso del suolo per i pascoli e aumentare la produttività agricola con un maggiore accesso alla tecnologia, ai finanziamenti e a una certezza giuridica sulla proprietà della terra.
Inoltre, serve un’assistenza tecnica per i piccoli agricoltori e ridurre gli incentivi alla deforestazione.
La ricerca di FABLE Ecological restoration and deforestation control: implications for Colombia’s agriculture and climate goals è un documento programmatico.
Valuta l’impatto delle politiche di riforestazione e di ripristino sull’uso del suolo, sulla produzione agricola e sulle emissioni di gas serra e sottolinea l’importanza di concentrarsi su aree finora trascurate.
In questo modo è possibile attenuare gli effetti negativi della deforestazione, promuovere la conservazione della biodiversità e contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni la deforestazione in Colombia ha portato alla perdita di copertura forestale naturale e a imponenti emissioni di gas serra. Tra il 2000 e il 2020, circa 4,9 milioni di ettari di foresta naturale sono stati convertiti in praterie.
Tra il 2013 e il 2020 la deforestazione ha prodotto 1,24 gigatonnellate di CO2, con conseguente degrado dell’ambiente e perdita di biodiversità.
Gli obiettivi per il 2050
Il Paese si è dato obiettivi impegnativi: un freno alla deforestazione a meno di 10mila ettari all’anno entro il 2030 ed emissioni zero entro il 2050.
Gli studiosi hanno usato GLOBIOM (Global Biosphere Management Model) per analizzare gli effetti sul suolo di agricoltura, silvicoltura e bioenergia.
Il modello è in grado di fornire agli scienziati e ai responsabili politici i mezzi per valutare su base globale l’impatto di tutto ciò che necessario al benessere umano (dal cibo alla bioenergia).
La ricerca fa uno studio di scenario che ipotizza gli effetti di scelte diverse. Se non si interviene, entro il 2040 altri 1,3 milioni di ettari di foreste diventeranno terreni agricoli, causando un danno ambientale e climatico incalcolabile.
Se si ripristinano le aree disboscate dopo il 2010 la Colombia potrebbe immagazzinare 134 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2040: un impatto minimo sulla produzione agricola, ma importante per l’ambiente.
Concentrandosi sulle aree con ecosistemi forestali in pericolo, entro il 2040 si potrebbero ripristinare circa 2,76 milioni di ettari di foresta. Un ottimo risultato per l’ambiente e un modesto calo della produzione di carne bovina (-1,1%).
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Alcune raccomandazioni
Il documento di FABLE fornisce anche delle raccomandazioni ai decisori politici. Il piano nazionale di ripristino dovrebbe dare priorità alle aree in cui gli ecosistemi sono più a rischio massimizzando i benefici per il clima e la biodiversità.
Promuovere lo sviluppo sostenibile e limitare l’espansione agricola coinvolgendo le comunità rurali con azioni concrete: formalizzare la proprietà terriera, creare posti di lavoro, avviare corsi di formazione per gli agricoltori.
Promuovere investimenti, incentivi e politiche per aumentare la produttività agricola, riducendo la necessità di pascoli estensivi e incoraggiare le iniziative di ripristino.
Adottare strumenti su scala locale e ad alta risoluzione presenta almeno tre vantaggi: avere certezza del diritto dei confini delle proprietà agricole, individuare le aree più bisognose di sostegno, ridurre gli incentivi alla deforestazione.