(Rinnovabili.it) – Il contenzioso Boeing-Airbus continua a far pesare i suoi effetti sui prodotti europei. La disputa commerciale USA-UE è ben lungi dall’essere risolta e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato i dazi aggiuntivi sulle esportazioni agroalimentari italiane. La guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti, iniziata nel settore aeronautico, si è allargata al settore agroalimentare con l’autorizzazione del WTO che ha permesso a entrambi i Paesi di applicare nuovi dazi.
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Nell’ottobre 2019 Donald Trump mise sui prodotti italiani ed europei una tariffa aggiuntiva del 25% sui un’ingente quantità di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea. Il mese successivo, l’UE ha alzato i dazi su prodotti statunitensi come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate, oltre a trattori, consolle e video giochi. La replica USA è stata tassare parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, oltre a vini, cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono stati inseriti nella “lista nera” dal 12 gennaio 2021. Una partita da interrompere prima possibile: non ha vincitori, ma provoca grandi danni economici.
Gli USA, importante sbocco commerciale dell’agroalimentare
Sono stati tassati i nostri prodotti più gettonati: Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Il vino italiano non rientra fra i prodotti colpiti dai dazi USA, ed è una buona notizia dal momento che il vino italiano è la principale voce di esportazione agroalimentare italiana negli Stati Uniti (circa 1,5 miliardi di euro).
Un gesto conciliativo per ristabilire le buone relazioni commerciali Italia-Stati Uniti è stato il dono al presidente Biden di una forma da 40 chili di Grana Padano Riserva stagionata 20 mesi. Per dimostrare la volontà di rinsaldare un rapporto storico, mezza forma è stata dipinta con il tricolore e l’altra mezza a stelle e strisce. La ripresa del dialogo commerciale tra le due nazioni è funzionale ad arginare pericolose ricadute sull’economia italiana e sulle esportazioni in un Paese che rimane uno dei nostri principali partner commerciali. Gli Stati Uniti sono infatti il primo mercato di sbocco dell’agroalimentare Made in Italy al di fuori dell’Europa: nel 2020 è stato quantificato in circa 5 miliardi di euro, con un aumento di circa il 5% (proiezione Coldiretti su dati Istat).