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La grande crisi del florovivaismo italiano

Il florovivaismo vive di eventi: fiere, congressi, alberghi, matrimoni, prime comunioni, cresime, battesimi, perfino funerali. Invece il Covid-19 ha bloccato tutto e non sembra prospettarsi a breve termine una ripresa delle attività. Nel frattempo le perdite sono arrivate al 70%

florovivaismo italiano
Foto di Spencer Wing da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Ventisettemila imprese e duecentomila posti di lavoro. Queste le cifre del florovivaismo in Italia, un altro dei settori piegati dalla pandemia che continua a non vedere la luce in fondo al tunnel.

Il florovivaismo vive di eventi: fiere, congressi, alberghi, matrimoni, prime comunioni, cresime, battesimi, perfino funerali. Invece il Covid-19 ha bloccato tutto e non sembra prospettarsi a breve termine una ripresa per nessuno di questi eventi. Nel frattempo le perdite sono arrivate al 70% e molte aziende sono costrette alla chiusura. Solo per parlare di matrimoni, nel periodo gennaio-ottobre 2019 ne erano stati celebrati 170mila, nello stesso periodo del 2020 è mancato all’appello il 50,3% delle cerimonie.

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Un filo di speranza per il florovivaismo lo lancia Coldiretti in concomitanza con San Valentino, la festa degli innamorati tipicamente legata ai fiori. Domenica 14 febbraio sarà il primo San Valentino al tempo della pandemia e per il fine settimana Coldiretti ha organizzato una mobilitazione generale: vivai, fattorie, mercati Di Campagna Amica e agriturismi offrono menù e iniziative dedicate alla festa degli innamorati.

Nel 2020 le esportazioni sono calate del 2,7% (corrispondenti a 777 milioni di euro) rispetto al 2019. 

Il settore florovivaistico è uno dei settori chiave dell’agroalimentare italiano: si stima in 2,7 miliardi di euro il valore della produzione di fiori e piante nel 2019. Per salvaguardare un settore in grave crisi e tanti posti di lavoro Coldiretti invoca interventi urgenti sulle scadenze, da quelle fiscali all’accesso agli ammortizzatori sociali. Servono indennizzi per coprire i danni e consentire la ripresa dell’attività, oltre all’esonero dal pagamento di tasse e contributi previdenziali.

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Sempre secondo Coldiretti, per far sopravvivere il florovivaismo italiano, sarebbe utile potenziare il Bonus Verde e rilanciare l’esportazione di piante e fiori italiani. Tuttavia un intervento realmente incisivo può essere collegato al Recovery Plan: «Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici sono assi strategici di intervento anche per il settore dei fiori e delle piante, per dare sostenibilità alla crescita e garantire la sicurezza ambientale del Paese».