Investire in politiche ambientali non è mai una perdita
Inizia oggi la COP28 a Dubai. Fino al 12 dicembre 198 Paesi e circa 65mila persone si confronteranno sui temi più urgenti da affrontare e risolvere con tempestività ed efficacia, ma soprattutto con l’adesione convinta a politiche climatiche globali.
Dal riscaldamento globale all’ebollizione globale
Forse è proprio questo il punto chiave: prendere coscienza che i problemi climatici riguardano indistintamente tutti. Come ha affermato il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, l’era del riscaldamento globale ha lasciato il posto all’ebollizione globale. Francamente ci sembra un ottimo motivo per cambiare strada. È vero che è una strada costosa e difficile, ma non abbiamo alternative e i governi devono capire che investire in politiche ambientali gioverà alle persone che abitano l’unico Pianeta che abbiamo.
Alla COP28 parteciperanno leader mondiali, imprese, giovani, climatologi, popolazioni indigene e sostenitori illustri della causa ambientale come Papa Francesco e Re Carlo d’Inghilterra. Ma i grandi della Terra sembrano stanchi, demotivati e poco coesi quando si parla di cambiamento climatico. Assenti altrettanto illustri saranno Joe Biden (che sarà sostituito da John Kerry) e Xi Jinping, leader di due Paesi che da soli sono responsabili del 40% delle emissioni di gas climalteranti. Assisteremo all’ennesima occasione persa?
La crisi climatica e quella alimentare sono inseparabili
Guterres ha chiesto alla comunità internazionale di «sradicare i combustibili fossili», ma è ragionevole temere pochi seguiranno il suo suggerimento. Circolano in proposito dei gossip che parlano di accordi non esattamente trasparenti del presidente della COP28 in materia di gas e petrolio. Una delle nuove politiche ambientali da attuare per arginare il degrado ambientale riguarda la transizione dei sistemi agroalimentari: l’auspicabile sostenibilità passa anche da qui.
Il direttore generale della FAO QU Dongyu ha infatti dichiarato che «la crisi climatica e quella alimentare sono inseparabili. Investire nei sistemi agroalimentari e nelle zone rurali è la soluzione concreta per affrontare gli impatti della crisi climatica. Alla COP28 la FAO evidenzierà come la trasformazione dei sistemi agroalimentari acceleri l’azione per il clima a beneficio delle persone, della prosperità e del Pianeta».
I temi caldi della COP28
Molto complessi e articolati i temi in discussione nella COP28.
Innanzi tutto l’analisi del rispetto dei target stabiliti a Parigi nel 2015 per non superare 1,5° di aumento della temperatura media globale, considerata la soglia limite. Si può affermare con una certa inquietudine che il raggiungimento di questi target è un miraggio. Il prossimo obiettivo è realizzare dei piani d’azione entro il 2025.
Un altro tema caldo è il fondo Perdite e Danni (Loss & Damage). Approvato durante la COP27 per aiutare le comunità vulnerabili e gli agricoltori ad affrontare gli impatti immediati della crisi climatica, ancora non è chiara la sua entità e soprattutto come verrà erogato (temporaneamente lo gestisce la Banca Mondiale).
I Paesi ricchi hanno promesso un fondo di 100 miliardi di dollari per sostenere la transizione dei Paesi poveri, ma anche qui i contorni non sono chiari.
Si parla di transizione giusta e di riduzione di emissioni, ma dopo tante COP sarebbe interessante che si applicassero le decisioni prese anziché affossarle nel silenzio.
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Un’occasione per dialogare sui sistemi agroalimentari
La FAO si occuperà in particolare di agricoltura e presenterà la Dichiarazione degli Emirati su agricoltura sostenibile, sistemi alimentari resilienti e azioni per il clima.
Individuare soluzioni possibili per rendere sostenibili i sistemi agroalimentari è un tema che torna dopo l’importante lavoro congiunto di Sharm el-Sheikh che stabilì il potenziale dell’agricoltura nella lotta al cambiamento climatico.
La COP28 è una potente occasione di dialogo sui sistemi agroalimentari, che contribuiscono a un terzo delle emissioni di gas serra in un mondo in cui circa 735 milioni di persone soffrono la fame. Pertanto, le soluzioni innovative hanno un impatto diretto sul clima, promuovono la resilienza e l’adattamento, salvaguardano la biodiversità e garantiscono la sicurezza alimentare e la nutrizione globali.
Investire in ricerca e innovazione
L’impegno della FAO in tal senso è totale: già da tempo offre soluzioni che vanno dalla ricerca all’innovazione per arrivare a una migliore alimentazione per tutti. Tuttavia, servono investimenti a livello locale, nazionale e globale e la FAO incoraggia ad aumentarli per attuare strategie trasformative.
La FAO ospita il Padiglione per l’Alimentazione e l’Agricoltura insieme a IFAD, CGIAR e Fondazione Rockefeller dove offre consulenza tecnica ai paesi membri. Scienza e innovazione saranno al centro delle migliori soluzioni per l’agricoltura: dai sistemi di irrigazione alimentati a energia solare alle nuove tecnologie per affrontare la perdita e lo spreco di cibo. Il focus è come produrre di più con meno per limitare i danni ambientali.