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Cookery Rebibbia, la rinascita parte dal pane

Cookery Rebibbia
Credits: Cookery Roma

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Non è il solito bar-pasticceria-tavola calda, ma un progetto di inclusione a 360°. Bere un caffè o comprare il pane da Cookery Rebibbia è partecipare a una speranza di riscatto e di rinascita.

Il progetto “Ricomincio da 3” era nato nel 2013 per rieducare i detenuti attraverso il lavoro, ma si era arenato per problemi di gestione. Ci sono voluti determinazione e impegno, poi il progetto è ripartito grazie alla collaborazione tra la direttrice del carcere romano di Rebibbia, Annamaria Trapazzo, e all’imprenditore Edoardo Ribecca, consigliere e amministratore delegato del Gruppo CR SpA. Ora dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, Cookery Rebibbia offre le sue specialità ai clienti.

La partnership con la Croce Rossa

Nemmeno la pandemia è riuscita a fermare il progetto. Nel dicembre 2020, in pieno lockdown, il laboratorio è stato riattivato dentro la Terza Casa di Rebibbia. Per “Ricomincio da 3” sono stati selezionati 7 detenuti, due dei quali in regime di semilibertà, che hanno sottoscritto un “atto di adesione” con cui hanno espresso la loro libera ma consapevole partecipazione al progetto di riabilitazione sociale.

Un’attenta selezione ha portato a individuare in Cookery srl, un marchio che fa parte del Gruppo CR SpA, l’azienda adatta per collaborare a questo progetto di inclusione. Il Gruppo CR SpA è attivo nel Lazio nel settore della grande distribuzione al dettaglio dal 1987, ed è sempre stato al centro di progetti miranti all’inclusione, alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. L’accordo stipulato per “Ricomincio da 3” prevede una partnership tra il Gruppo CR e la Croce Rossa Italiana che a fine giornata ritira l’invenduto per ridistribuirlo a persone bisognose e famiglie in difficoltà. Inoltre, l’1% del ricavato dalle vendite viene devoluto ad attività a favore dei detenuti.

Perché “Ricomincio da 3”? Perché i detenuti provano a rientrare nel circuito della legalità puntando sui propri punti di forza: abilità personali, creatività e impegno, ma anche dimostrando una forte disponibilità al cambiamento.

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Impegno e spirito di sacrificio

Fare il fornaio richiede impegno e spirito di sacrificio. I detenuti sono arrivati al forno motivati ma senza esperienza, seguiti da Walter De Marin Pinter, responsabile della produzione Cookery a Rebibbia, e da altri otto maestri panificatori. Ogni 4-5 ore uno dei detenuti scende in laboratorio per lavorare gli impasti. Le farine sono fornite da Farchioni Olii SpA. Pompeo Farchioni non è nuovo ai progetti per il reinserimento dei detenuti, ha già fatto esperienze nelle carceri di Milano e Terni. In un primo tempo Farchioni aveva solo donato alcuni macchinari, poi è diventato fornitore unico delle farine – di grano tenero umbro, macinato a pietra, di filiera e certificato. Materia prima di qualità per confezionare prodotti che per qualcuno sono in grado di cambiare la vita.

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