Più che alla linea, per il Cenone di Natale guardiamo ad ambiente e benessere animale
(Rinnovabili.it) – Il tempo stringe ed la sera del 24 dicembre si avvicina: è il momento di fare la spesa e mettere nel carrello tutto ciò che serve per la preparazione del cenone di Natale. C’è chi al cappone non sa rinunciare e chi invece alla carne preferisce il pesce o, meglio ancora, un bel piatto vegetariano a base di lenticchie. A prescindere da gusti e tradizione, ciò che importa è fare una spesa sostenibile, scegliendo solo prodotti che “rispettano il pianeta”. Non è semplicissimo, ma WWF ci viene in aiuto con qualche utile consiglio.
Il primo è ovviamente quello di evitare i prodotti vietati per legge, uno su tutti i datteri di mare, la cui pesca in Italia è proibita dal 1988. In generale, ci ricorda comunque il WWF, anche per il cenone di Natale evitiamo quelle “prelibatezze” dietro le quali si nascondono gravi sofferenze patite dagli animali, come ad esempio il patè de foi gras (il patè di fegato d’oca).
La scelta migliore rimane senza dubbi quella vegetariana o vegana, ma attenzione: anche in questo caso è bene scegliere i prodotti “giusti”, cioè locali e stagionali. Evitiamo di contro cereali, legumi ed ortaggi coltivati a migliaia di chilometri di distanza e, come nel caso dell’avocado e della quinoa, spesso responsabili di gravi danni all’ambiente e ai coltivatori.
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Ai non vegetariani, l’ONG chiede invece di ridurre il consumo di carne, soprattutto quella bovina, e di preferire a quelli esotici prodotti ittici dei nostri mari, purché ovviamente appartenenti a specie non a rischio e pescati con metodi non dannosi per l’ecosistema marino. “Il WWF – si legge sul sito della ONG – lavora da anni per ridurre gli impatti negativi delle attività di pesca su clima, specie, ambiente e persone ed è sempre più fondamentale che noi consumatori facciamo le scelte giuste per garantire un futuro ai nostri mari- spiega Eva Alessi, responsabile consumi sostenibili e risorse naturali di WWF Italia –. “Basta pensare che il Mediterraneo è il mare più pescato al mondo: qui circa l’80% degli stock ittici monitorati è sovrapescato”. In generale comunque possiamo fare attenzione a non scegliere specie sovrasfruttate. Il WWF ne indica alcune: prima tra tutte proprio l’anguilla, oggi classificata come ‘in pericolo critico’ nella Lista Rossa IUCN, il gradino immediatamente precedente l’estinzione. Insieme a lei lo smeriglio, la verdesca e il palombo (tutte specie di squali che necessitano di protezione perché minacciati dall’impatto della pesca eccessiva), il pescespada, il nasello, la cernia, le alici (ebbene sì anche loro sono al collasso) e la rana pescatrice”.
Al loro posto potremmo scegliere per il cenone di Natale specie locali meno conosciute – e quindi poco richieste – come il sugarello, il tonnetto alletterato, il tombarello, la lampuga, la ricciola e la triglia di scoglio. Vanno bene anche molluschi come vongole, cozze e ostriche; tra i crostacei il gambero bianco (se proveniente dal Mediterraneo occidentale e dall’Adriatico) e la pannocchia.
Ultimo ma non ultimo, anche in occasione del cenone di Natale, evitiamo gli sprechi. “Ogni anno, vista l’abbondanza che caratterizza le feste, i rifiuti aumentano del 30% – sottolinea Eva Alessi- . Essendo il 2019 l’anno del plastic free e della sostenibilità ambientale, anche il Natale segue questo filone. Riduciamo quindi gli sprechi a tavola: stiamo attenti a conservare bene quello che acquistiamo e a non buttare quello che avanza”.
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