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100 anni di Confagricoltura: la storia che guarda al futuro

100 anni, ma non li dimostra. Confagricoltura è aperta all’innovazione, sostiene i giovani e si impegna per un futuro sempre più green, consapevole che le sue scelte vanno a incidere sul benessere della società

Confagricoltura
Credits: Confagricoltura

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Nel 1920 nacque a Roma la prima organizzazione di agricoltori, con una presenza diffusa sul territorio nazionale. La Confagricoltura di oggi rappresenta la storia e l’impegno di un’associazione sempre dedita alla tutela dell’impresa, orientata alle innovazioni, alla protezione del territorio e alla tutela dei lavoratori. Rappresenta la storia che guarda al futuro.

Siamo reduci dal duro periodo della pandemia, e ancora non siamo fuori dal tunnel. Eppure il Paese ha potuto fare affidamento sull’impegno e sul lavoro dei 520.000 addetti delle aziende associate a Confagricoltura che ha garantito rifornimenti costanti agli scaffali di negozi e supermercati e quindi alle nostre tavole.

«Crescere è una scelta difficile, e l’agroalimentare è un settore essenziale della nostra economia. Dà un significativo contributo allo sviluppo del Paese con efficienza, concretezza e responsabilità, crea posti di lavoro. Le nostre scelte vanno a incidere sul benessere della società. Saremo in prima fila nella protezione delle risorse naturali e nell’attuazione del Green Deal Europeo, attenti a mettere in pratica un’economia circolare. Con i nostri comportamenti virtuosi abbiamo contribuito a ridurre le emissioni di CO2, abbiamo aumentato l’utilizzo di energie rinnovabili, ci impegniamo perché i borghi e le aree interne ritrovino percorsi di crescita economica e occupazionale. Come agricoltori siamo abituati ad aspettare, siamo pazienti. Sappiamo che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi». Il presidente Massimiliano Giansanti ha così sintetizzato la posizione di Confagricoltura a favore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tuttavia, il solo lavoro delle aziende agroalimentari non basta senza un potenziamento delle infrastrutture dei trasporti e delle telecomunicazioni per superare il digital divide e mettere in collegamento le aree interne con il resto del territorio nazionale.

L’agricoltura, sodalizio fra tradizione e innovazione

Confagricoltura crede nel valore della ricerca scientifica, della competenza e della professionalità, guarda ai giovani e all’innovazione. Per Giansanti «investire sui giovani è essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate». Tre giovani imprenditori sono saliti sul palco per raccontare la loro storia di sostenibilità, di innovazione, di amore per la tradizione: Luca Travaglini, ideatore di Planet Farm, una sperimentazione di agricoltura verticale in Lombardia; Ariane Lotti, che dagli Stati Uniti è tornata in Toscana per prendere le redini dell’azienda di famiglia – la Tenuta San Carlo – e coltivare riso con tecniche biologiche all’avanguardia; Francesco Cambria, che ha abbandonato la carriera di avvocato a Milano per portare avanti l’attività del padre che aveva riconvertito un vecchio noccioleto in un’azienda vinicola ai piedi dell’Etna (Cottanera, che nel 2019 ha vinto il premio speciale del Gambero Rosso “Viticoltore dell’anno”).

«L’agricoltura rappresenta un sodalizio fra tradizione e innovazione, è un simbolo del successo italiano nel mondo. C’è un grande desiderio di rinascita dopo il lockdown. Senza abbassare la guardia, dobbiamo imparare a convivere con il Covid e cominciare a ridisegnare il Paese anche attraverso l’agricoltura» ha affermato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annunciando un mosaico di interventi per «rafforzare la competitività del comparto e aiutarlo a crescere, anche grazie ai fondi di Next Generation EU». Tra le priorità indicate dal Presidente Conte, incentivare l’agricoltura di precisione, curare il sistema irriguo, aumentare l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili, dare impulso ai poli di ricerca nel settore agritech, colmare il divario digitale anche nelle aree interne e rurali incrementando le infrastrutture di rete mobile e la banda ultralarga, sostenere la ripresa delle esportazioni.

Il diritto al cibo è un diritto inalienabile

In questo periodo così arduo della nostra storia «il tenace lavoro quotidiano degli addetti ha dimostrato la resistenza e la resilienza di cui è capace il nostro sistema agroalimentare, due qualità che hanno sempre garantito il cibo sulle nostre tavole. Quella agroalimentare è la filiera della vita. Il diritto al cibo è un diritto inalienabile da scrivere nella Costituzione». L’Italia è paese con una fortissima vocazione agricola che dobbiamo riaffermare. Un anno fa Teresa Bellanova, ministra delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, assunse l’impegno di rimettere l’agricoltura al centro dell’agenda economica e politica del Paese, «certa delle enormi potenzialità del settore, della forza sui mercati, della qualità delle sue imprese della capacità di parlare al futuro e per questo divenire territorio di elezione per le nuove generazioni».

Deve esserci coincidenza tra filiera alimentare e interesse nazionale, uno snodo centrale del Piano Nazionale Resilienza e Rilancio per il quale sono stati individuati tre macro obiettivi: competitività del sistema alimentare, riduzione delle emissioni, produzione da fonti rinnovabili, lotta alle conseguenze dei cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico. A questi, Bellanova ne aggiunge un quarto: il rafforzamento della resilienza delle aree rurali, necessità di portare la banda ultralarga in tutte le aree, specie in quelle dove agricoltura e zootecnia possono essere fonte di recupero e sviluppo dei territori. Offrire possibilità di vita e lavoro agli abitanti delle aree interne contribuisce ad alleggerire il sovraffollamento dei centri urbani, che è spesso all’origine di espansione edilizia di bassa qualità e grandi contraddizioni sociali ed economiche.

Per Bellanova, rigenerazione è un’altra parola chiave perché legata al ricambio generazionale e portatrice di «innovazione del sistema agroalimentare, ammodernamento dei sistemi produttivi, accelerazione della transizione verde e digitale, sostenibilità». Ora è importante lavorare in Europa per contrastare l’idea di etichette nutrizionali distorte e i prodotti Italian Sounding, per rivendicare la trasparenza e il diritto dei consumatori a conoscere l’origine dei cibi e sostenere i nostri produttori nella sfida del futuro verde. «Non esiste sostenibilità ambientale se non si garantisce alle imprese sostenibilità economica. E la sostenibilità in agricoltura si ottiene anche garantendo un lavoro che sia equo, qualificante e dignitoso anche per le nuove generazioni». 

Considerando il bilancio positivo dei primi cento anni, non possiamo cha augurare a Confagricoltura di festeggiare i prossimi cento con altrettanto successo.