I cambiamenti climatici producono effetti devastanti che sono diventati una normalità anormale. L’agricoltura paga un prezzo particolarmente alto in termini di danni alle coltivazioni e alle strutture aziendali, cali di produzione, mancati redditi. A questo si aggiunge il rialzo delle polizze assicurative in una spirale senza fine
di Isabella Ceccarini
La normalità anormale dei cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici e i loro effetti sono diventati ormai così frequenti da essere diventati una nuova “normalità”. A questa normalità anormale l’agricoltura paga prezzi altissimi in termini di danni ingenti alle coltivazioni e alle strutture aziendali, cali di produzione, mancati redditi.
Crescono i costi delle polizze assicurative
Per fare fronte ai danni derivati dai cambiamenti climatici gli imprenditori agricoli ricorrono alle assicurazioni che, a loro volta, alzano i prezzi perché gli eventi cosiddetti catastrofali non sono più episodi occasionali ma, appunto, una normalità anormale.
Il discorso vale per tutti i tipi di aziende agricole: anche quelle biologiche ricorrono sempre più spesso alle polizze agevolate contro i rischi dovuti ai cambiamenti climatici.
Per rimanere nel settore del biologico, l’incremento delle polizze nel 2022 è stato dell’11% in più rispetto al 2021 per un totale di 618 milioni di euro. Le aziende assicurate nel 2022 sono state più di 5.200, con un incremento del 6% sul 2021
Gestione del rischio come tutela delle aziende agricole
Nel Piano Strategico Nazionale della PAC (PSP) 2023-2027, la gestione del rischio è uno strumento di politica economica per la tutela e la stabilizzazione dei redditi agricoli.
Di fronte a spese per indennizzi spesso superiori all’ammontare dei premi, molte compagnie assicurative – come pure i riassicuratori – hanno esitato ad assumere nuovi impegni per coprire i danni, come richiesto dagli agricoltori.
Questa condizione ha causato un rialzo delle tariffe assicurative e condizioni sempre più restrittive. Il costo delle polizze si è scaricato sulle spalle degli agricoltori, data la diminuzione della spesa pubblica destinata a coprire i contributi sui premi.
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Le colture vegetali sono le più assicurate
Il Rapporto ISMEA sulla gestione del rischio in agricoltura 2023 riporta nel dettaglio quanto riguarda il quadro programmatorio e finanziario nazionale delle misure di gestione del rischio e il bilancio delle assicurazioni agricole per il 2022.
È evidente che l’azione dei cambiamenti climatici sull’agricoltura sia inconfutabile; altrettanto evidente è la maggiore richiesta di polizze assicurative, che nel 2022 hanno registrato il valore più alto di sempre, a seguito di un trend al rialzo iniziato nel 2017.
Le colture vegetali sono la principale componente del portafoglio assicurativo che supera il 74%, mentre i valori per le strutture aziendali e le produzioni zootecniche sono rispettivamente del 13% e del 12%.
Nel 2022 i costi assicurativi per le colture vegetali sono aumentati del 12,2%. L’aumento delle tariffe cambia a seconda delle macroaree geografiche: 10,1% al Nord, 9% al Sud e 8% al Centro.
Il quadro dei cambiamenti climatici
Oltre alle dettagliate informazioni tecniche (corredate di numerose tavole esplicative), il Rapporto ISMEA dedica anche un capitolo al quadro meteoclimatico globale del 2022.
Come negli ultimi otto anni (i più caldi da quando si effettuano le rilevazioni meteorologiche), è stato caratterizzato da temperature molto elevate accompagnate da fenomeni siccitosi particolarmente gravi.
A livello globale, riporta ISMEA, la temperatura media della superficie terreste nel periodo gennaio-settembre 2022 è stata di 1,15±0,13°C superiore alla media dell’epoca preindustriale (1850-1900) secondo le stime della WMO (World Meteorological Organization). Questo nonostante la concomitanza de “La Niña”, il fenomeno che opera un contenimento delle temperature globali.
Per quanto riguarda gli eventi avversi in Italia, il 2022 si evidenzia come l’anno più caldo dal 1800. In un trend di temperature in costante ascesa, dal 1979 a oggi si è registrato un aumento di 0,46°C per ogni decennio. Nello stesso tempo, il 2022 è stato l’anno più secco dal 1979 (dati CNR-ISAC), in virtù delle temperature elevate insieme alla carenza di precipitazioni.
Le alterazioni climatiche comportano anche eventi alluvionali di drammatica gravità, come è accaduto ancora nei giorni scorsi.
Come se non bastasse, tra marzo e aprile si sono avuti fenomeni di gelo tardivo, anche se meno intensi rispetto a quelli del 2021; al quadro non mancano grandinate e venti particolarmente forti.