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Come cambiano le abitudini alimentari: si porta in ufficio il pranzo preparato in casa

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Italiani sempre più attenti a risparmio e sostenibilità

(Rinnovabili.it) – Le abitudini alimentari cambiano in base alle mode ma dipendono in gran parte dalle capacità economiche delle persone. Portare in ufficio il cibo preparato in casa è più sano di un panino trangugiato in fretta, sicuramente più economico di un pranzo al ristorante e, cosa che ha un valore agli occhi di quanti hanno a cuore la salute dell’ambiente, è anche più sostenibile.

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Le nuove abitudini alimentari guardano anche alla sostenibilità

I dati raccolti dalla ricerca di YouGov (un gruppo internazionale di analisi e ricerche di mercato) per Too Good To Go (l’app contro gli sprechi alimentari) esplorano l’evoluzione delle abitudini alimentari degli italiani ed evidenziano come i rincari del carrello della spesa stiano influenzando la routine degli italiani che sono tornati in ufficio e sono costretti a fare la pausa pranzo fuori casa.

Addirittura il 93% degli intervistati ha dichiarato che l’aumento dei prezzi li ha portati a cambiare le proprie abitudini alimentari.

Un italiano su due si porta in ufficio il pranzo da casa preparato la sera prima, per tre ottime ragioni: è più sano, economico e sostenibile.

Siamo davanti a una ribellione al consumismo? Forse è vero in parte, ma non solo. Ad esempio, la voce sostenibilità è rilevante per il 49% delle persone. Il ritorno dalle vacanze trascorse in un’estate rovente ha portato ad essere più sensibili ai temi del cambiamento climatico, strettamente legati allo spreco alimentare (responsabile del 10% delle emissioni di gas serra a livello globale) e al suo valore economico.

Il 69% dei consumatori italiani, inoltre, preferisce acquistare cibi Made in Italy perché pensa che siano di qualità migliore e perché è un modo per sostenere le aziende locali.

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Come evitare a monte lo spreco alimentare

Sicuramente l’attenzione allo spreco è frutto anche della ridotta capacità di acquisto, e questo non fa piacere rilevarlo, ma ci sono anche degli effetti positivi: il 43% degli intervistati riduce gli acquisti per evitare a monte il rischio di spreco alimentare, il 38% compila con attenzione la lista della spesa per non cedere alle sirene degli scaffali, il 48% controlla la data di scadenza e acquista prodotti targati “da consumare preferibilmente entro” a prezzi super scontati.

A tale proposito, Too Good To Go nel 2021 ha lanciato la campagna Etichetta Consapevole a cui hanno aderito in Italia più di 40 marchi. All’etichetta “spesso buono oltre” si accompagna il pittogramma “osserva-annusa-assaggia” che invita i consumatori a fidarsi anche dei propri sensi per accertarsi della bontà di un alimento anche se ha superato il TMC (Termine Minimo di Conservazione).

La campagna ha avuto un impatto notevole nei 13 mercati europei dove è presente Too Good To Go: 465 brandi diversi hanno inserito l’Etichetta Consapevole su oltre 1,7 miliardi di prodotti.

Inoltre, le nuove abitudini alimentari fanno risparmiare i rifiuti dovuti al packaging: invece delle vaschette usa e getta, il più delle volte in plastica, il contenitore domestico si riporta a casa e si lava per essere usato di nuovo il giorno dopo.

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