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Perché coltivare il miglio, cereale dalle mille virtù

Foto di Bishnu Sarangi da Pixabay

La riscoperta di un cereale antichissimo

(Rinnovabili.it) – Il miglio è un cereale senza glutine – quindi indicato nella dieta dei celiaci – originario dei paesi orientali che appartiene alla famiglia delle graminacee. Poiché è ricco di vitamine, sali minerali, carboidrati e proteine, il miglio è alla base dell’alimentazione dei paesi più poveri soprattutto in Africa dove è considerato un sostituto della carne.

Combattere la fame

Negli ultimi cinquant’anni il miglio non ha goduto di grande considerazione (nei paesi occidentali è considerato soprattutto un mangime per gli uccelli), messo in ombra da grano, riso e mais.

L’ONU ha deciso di ridargli lustro per la sua capacità di combattere la fame, promuovere la crescita economica e mitigare i cambiamenti climatici: per queste ragioni ha dichiarato il 2023 “Anno internazionale del miglio”.

In realtà il miglio comprende semi diversi. Non solo i semi per gli uccelli, ma anche un gruppo diversificato di cereali in cui rientrano sorgo, teff (un cereale privo di glutine a basso contenuto glicemico, quindi adatto ai celiaci e diabetici, coltivato soprattutto in Etiopia ed Eritrea), fonio (anch’esso privo di glutine, sembra che la sua coltivazione risalga al 5000 a.C. in Africa. Oggi è prodotto nel Sahel e nel Senegal), miglio perlato, miglio poroso e altri.

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Perché il miglio mitiga il cambiamento climatico

Perché è importante per mitigare il cambiamento climatico? La risposta arriva dalla sua… età. Le diverse varietà di miglio erano coltivate in climi aridi senza l’ausilio della chimica e della tecnologia, senza irrigazione e hanno sempre resistito naturalmente a parassiti e malattie.

Inoltre, il miglio è utile in rotazione con altre colture e si può usare come coltura di copertura, richiede una quantità esigua di fertilizzanti ed emette meno gas serra rispetto ad altre colture.

Essendo globalmente alle prese con i problemi derivanti dal cambiamento climatico, il miglio conserva ancora intatta la sua diversità genetica rispetto ad altri cereali più coltivati e modificati.

Questo significa che si possono produrre varietà meno vulnerabili alle malattie e più resilienti ai cambiamenti climatici.

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Un sostegno al reddito dei piccoli agricoltori

Il miglio è una buona carta da giocare anche sul fronte della sicurezza alimentare perché matura rapidamente: alcune varietà passano dalla semina al raccolto in due mesi e mezzo.

Inoltre, poiché si può coltivare in zone dove non crescerebbero altri cereali, contribuisce a rendere i sistemi alimentari regionali più autosufficienti e quindi meno dipendenti dalle importazioni, e può essere utilizzato per mangimi, foraggio e pascolo per bovini, ovini e pollame.

Infine, oltre ad avere benefici ambientali e nutrizionali, il miglio rappresenta un sostegno al reddito dei piccoli agricoltori nei paesi più poveri: è semplice ed economico da coltivare, e le opportunità di trasformazione e commercializzazione potrebbero creare ulteriori posti di lavoro rafforzando le economie locali.

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