(Rinnovabili.it) – I ricercatori dell’ENEA stanno conducendo una sperimentazione per coltivare le verdure in casa. Qual è la novità che rende interessante questo “orto domestico”? Individuare un sistema semplice da realizzare e gestire che abbia costi contenuti.
Coltivare verdure in casa non è impossibile
Ma nello stesso tempo deve essere sostenibile, quindi deve funzionare in assenza di pesticidi e consumare poca acqua.
Perché la coltivazione di verdure sia possibile anche nel chiuso di una casa deve prevedere una illuminazione di precisione e la giusta dose di ventilazione.
Infine, il sistema deve avere un ingombro ridotto, comunque compatibile con le dimensioni di un appartamento.
Pe i ricercatori ENEA impegnati in attività del settore della coltivazione non convenzionale presso i laboratori della Divisione Biotecnologie e Agroindustria coniugare i diversi requisiti è difficile ma non impossibile.
Proprio le dimensioni sono il punto di forza del dispositivo: è un semplice scaffale mobile adatto ad alloggiare la coltivazione delle verdure.
Illuminazione a led nello spettro utile alla fotosintesi
Il sistema di illuminazione è sviluppato da BECAR srl in collaborazione con ENEA. L’azienda fa parte del Gruppo Beghelli, che produce, progetta e distribuisce apparecchi per l’illuminazione tecnico-professionale.
Il sistema di illuminazione, che rientra nel progetto PON ISAAC finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, si basa su led che forniscono alle piante luce nello spettro utile alla fotosintesi e con intensità adeguate a far crescere le piante sane.
Si tratta di un sistema di illuminazione di ultima generazione che i ricercatori hanno abbinato alla ventilazione mirata a soddisfare i fabbisogni delle piante e all’utilizzo di substrati convenzionali (terreno, terriccio, compost).
I primi esperimenti: zafferano, lattuga e pomodoro
La combinazione di questi fattori permette di produrre verdure anche in ambienti domestici. I primi esperimenti hanno riguardato un ciclo completo di zafferano e si stanno conducendo prove anche per la coltivazione di lattuga e pomodoro.
«Il sistema è un vero e proprio downgrade del Microcosmo, il primo simulatore di campo hi-tech destinato alla ricerca scientifica mai realizzato in Italia per la coltivazione di piante al chiuso e in ambienti estremi brevettato da ENEA e FOS SpA (industria tecnologica innovativa italiana) e commercializzato da Piano Green (startup tecnologica dedicata allo sviluppo di soluzioni digitali per il settore agroambientale).
Rispetto a Microcosmo questo dispositivo è più semplice ed economico da gestire e consente di coltivare al chiuso anche in ambienti domestici con buone rese produttive.
In tal modo, anche il singolo cittadino può diventare diventare produttore senza dover necessariamente avere particolari competenze o sostenere costi proibitivi», spiega Luigi d’Aquino, ricercatore ENEA del Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi.