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Il clima impazzito compromette i raccolti

Il clima impazzito mette a rischio i raccolti in un’Italia divisa in due: il Nord flagellato da grandine e bombe d’acqua, il Sud dalla siccità. Alterazioni che sono costate oltre 14 miliardi di euro in un decennio

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Foto di Ulrike Mai da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Ancora una volta ci troviamo a parlare di clima e degli enormi danni causati all’agricoltura da eventi meteo estremi. È impossibile negare il cambiamento climatico, prenderne atto significa imparare ad affrontarlo ed essere resilienti. Quello che aggrava ulteriormente il problema clima è la successione sempre più ravvicinata di eventi che si abbattono con crescente violenza.

Gli scienziati parlano di una tendenza alla tropicalizzazione che crea sfasamenti stagionali con gelate fuori periodo, precipitazioni brevi e intense, alternarsi di siccità e inondazioni: un clima impazzito dove si passa dal sole al maltempo nel giro di mezz’ora. L’alternarsi di siccità e alluvioni non impatta solo sul turismo, gli effetti sull’agricoltura sono preoccupanti. Come ha calcolato Coldiretti, il clima alterato ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

Grandine e nubifragi al Nord, siccità al Sud

La grandine è l’evento più dannoso perché in pochi minuti riesce a distruggere il lavoro di un intero anno. Nel Mantovano, ad esempio, ha abbattuto 1200 ettari di campi di soia e mais; nel Torinese sono caduti chicchi di grandine delle dimensioni di palle da tennis che in un colpo solo hanno distrutto le coltivazioni e le serre. In Veneto si è abbattuto un nubifragio che ha causato una strage di alberi e distrutto le coltivazioni di tabacco. Non è andata meglio nella zona del Soave, dove vere e proprie palle di ghiaccio sono cadute su vigneti e frutteti. Nella provincia di Treviso una piccola tromba d’aria ha danneggiato annessi rurali e serre

Le ultime bombe d’acqua, trombe d’aria e grandinate dalle dimensioni anomale che hanno investito le regioni del Nord Italia hanno causato danni per milioni di euro. Una calamità per le coltivazioni agricole che arriva nel periodo della raccolta e con l’approssimarsi della vendemmia. Nel 2021 si contano, fino ad ora, lungo tutta la Penisola già 426 eventi estremi secondo i dati dello European Severe Weather Database (Eswd).

Al Sud la situazione del clima è opposta: persiste il grande caldo con la siccità che alimenta gli incendi dall’Abruzzo alla Puglia fino alla Sardegna.  Secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Isac-Cnr (l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche), nel mese di giugno la temperatura è stata superiore di 2,18 gradi rispetto alla media storica. Un primato negativo che classifica il 2021 come il quarto anno più caldo in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800.