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Clausola di salvaguardia per le importazioni di riso, fronte comune degli eurodeputati

La clausola di salvaguardia per le importazioni di riso è ancora in vigore grazie al fronte compatto di tutti gli eurodeputati che hanno impedito la sua cancellazione. Sarebbe stato un danno enorme per i consumatori e il mercato europei, dove arrivano tonnellate di riso coltivato con pesticidi vietati nell’Unione Europea

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Foto di congerdesign da Pixabay

Protezione dei produttori UE

La clausola di salvaguardia per le importazioni di riso è una forma di tutela nei confronti del prodotto italiano ed europeo. Il suo mantenimento è quindi fondamentale per proteggere le produzioni UE da quella che alcuni definiscono letteralmente un’invasione di riso a dazio zero in arrivo dai paesi asiatici. Un esempio per tutti è il riso che proviene dalla Cambogia: le importazioni sono più che raddoppiate (+104%) nell’ultimo anno.

La presidenza belga e la clausola di salvaguardia per le importazioni di riso

Il 13 marzo la presidenza belga ha proposto un testo relativo al nuovo regolamento sul Sistema di Preferenze Generale (misure che puntano a favorire la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo incentivando le importazioni a dazio zero).

Il testo ha ottenuto la maggioranza qualificata del Coreper II (il Comitato dei rappresentanti permanenti che coordina e prepara i lavori di tutte le riunioni del Consiglio e tenta di trovare un accordo che sarà successivamente presentato per l’adozione da parte del Consiglio).

Mancavano però due punti fondamentali: la clausola di salvaguardia automatica per le importazioni di riso e il superamento delle quantità su cui il Parlamento si era già espresso nel 2022.

A questo punto, in modo non esattamente corretto, la presidenza belga avrebbe voluto organizzare il trilogo per il 14 marzo, ben sapendo che la maggior parte dei deputati favorevoli al mantenimento della clausola di salvaguardia per le importazioni di riso sarebbero stati impegnati nella sessione plenaria del Parlamento Europeo.

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Il risultato di un lavoro comune

Ma, inaspettatamente, gli eurodeputati – pur di orientamento politico diverso, e va loro riconosciuto di aver saputo superare gli interessi di parte a favore dell’interesse comune – hanno fatto fronte comune e non hanno accettato la riapertura del trilogo.

Un risultato frutto del lavoro svolto dal MASAF, dal MAECI e da tutti i rappresentanti della filiera risicola italiana ed europea, dalle organizzazioni dei produttori agricoli e dall’Ente Nazionale Risi.

Come infatti ha dichiarato l’Ente Nazionale Risi, «tutti insieme abbiamo agito prontamente per scongiurare la riapertura di un trilogo che avrebbe potuto portare a una soluzione di compromesso priva della clausola di salvaguardia per le importazioni di riso dai Paesi Meno Avanzati, richiesta a gran voce dal Forum del settore del riso dell’Unione Europea».

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Evitato un dumping ai danni degli agricoltori europei

Come spiega Coldiretti, «al centro del contendere era l’articolo 29 del provvedimento che, secondo la proposta della Commissione e del Parlamento, prevede l’attivazione automatica di una clausola di salvaguardia se le importazioni da un paese superano una soglia in termini di quantità, evitando quello che sarebbe un vero e proprio dumping ai danni degli agricoltori europei».

Oltre che sulla clausola di salvaguardia, Coldiretti e Filiera Italia insistono sul principio di reciprocità, a tutela della filiera e soprattutto dei consumatori.

Infatti il riso proviene da paesi con standard ambientali e qualitativi molto al di sotto di quelli italiani ed europei: si usa senza limitazioni il triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea.

Grazie all’azione italiana, inoltre, si è impedito di aumentare il limite dei residui nel riso da 0,01 a 0,09 mg/Kg.