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Cina, la difficoltà di realizzare un cambiamento sostenibile dell’agricoltura

La Cina, leader mondiale del settore, è consapevole dell’impatto dei sistemi agroalimentari sull’ambiente. La volontà di imboccare il cammino verso la sostenibilità si scontra con uno dei più alti livelli di produzione e di consumo a livello mondiale e con la presenza di tecnologie per l’agricoltura non abbastanza aggiornate

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La grande sfida della transizione verde

(Rinnovabili.it) – La Cina è leader mondiale per la produzione di cereali, cotone, frutta, verdura, carne, pollame, uova e prodotti ittici. Parliamo di quantità enormi, ovviamente, che devono fare i conti con l’ambiente. Alla filiera di produzione agroalimentare – dal campo alla tavola – si deve una grande parte di emissioni di gas climalteranti.

L’altra faccia della medaglia è che gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura sono molto gravi e compromettono la sua capacità di far fronte alle richieste di cibo della crescente popolazione mondiale.

Obiettivo: neutralità carbonica entro il 2060

L’agenzia indipendente di consulenza Institute for Global Decarbonization Progress (iGDP) monitora costantemente la situazione esistente in Cina in tutte le aree produttive per indicare pratiche a basse emissioni di carbonio e infrastrutture in grado di aumentare il livello di sostenibilità.

In particolare, il programma Food and Agriculture studia i sistemi utili a ridurre le emissioni inquinanti, eliminare gli sprechi e nello stesso tempo nutrire le persone.

L’obiettivo del lavoro di iGDP è contribuire alla neutralità carbonica della Cina entro il 2060. Un obiettivo ambizioso, che coinvolge l’intera catena di produzione e consumo agroalimentare.

Il documento The Agri-Food System and Carbon Neutrality: An Analysis of Agriculture and Food-Related Greenhouse Gas Emissions Mitigation Pathways in China contiene un’analisi dettagliata del sistema agroalimentare della Cina e ne riporta i dati relativi alle emissioni di gas serra e alle azioni di mitigazione.

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Le scelte della Cina tra produzione, consumo e sostenibilità

La ricerca – svolta confrontandosi anche con altre organizzazioni, ricercatori e analisti politici – ha richiesto più di due anni di lavoro, un periodo in cui il team si è recato in due province cinesi a forte vocazione agricola per comprendere meglio le problematiche del settore agroalimentare.

Come emerge dal documento, la Cina ha la volontà di intraprendere una transizione del sistema agroalimentare per contribuire alla riduzione dei gas serra, allo sviluppo sostenibile e alla conservazione della biodiversità.

Tuttavia, bisogna affrontare una sfida rilevante, ovvero un settore agricolo con uno dei più alti livelli di produzione e di consumo a livello mondiale, anche in virtù di una popolazione così numerosa.

Gli agricoltori sono in prima linea per realizzare un cambiamento sostenibile dell’agricoltura, ma avranno bisogno di sostegni sia politici che finanziari per raggiungere obiettivi di sostenibilità a livello ambientale, economico e sociale.

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Tecnologie per l’agricoltura non abbastanza avanzate

Data l’importanza del settore agricolo, la Cina sta promuovendo l’uso della tecnologia in agricoltura, ma le conoscenze non sono ancora sufficientemente avanzate per determinare un effetto rilevante.

Esistono anche altri due aspetti tutt’altro che secondari per quanto riguarda le emissioni: se da un lato c’è consapevolezza del fatto che ridurre il consumo di cibi di origine animale può ridurre le emissioni, dall’altro il consumo pro capite di proteine animali è ancora relativamente basso ma potrebbe aumentare (e qui subentra un’azione per rendere i consumatori più consapevoli dell’impatto delle loro scelte alimentari).

L’altro aspetto ha a che fare con apparecchi per la cottura e il raffreddamento dei cibi (nonché per il riscaldamento delle case) che sono assai lontani dall’efficienza.