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Dal cibo spaziale soluzioni per la Terra?

La varietà degli alimenti è indispensabile per mantenere un buono stato di salute con il corretto apporto di nutrienti anche nelle missioni spaziali. NASA e CSA hanno lanciato un concorso per produrre cibo innovativo, gustoso e a lunga conservazione

cibo spaziale
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – Quante volte si è parlato di un futuro in cui avremmo rinunciato ai piaceri della buona tavola per nutrirci di pasticche? Ci sono casi in cui l’innovazione è un imperativo, come nelle missioni spaziali.

L’aggettivo spaziale evoca subito un’idea di futuro, che per gli addetti ai lavori si comincia a costruire nel presente, come nel caso dell’alimentazione. Il cibo spaziale degli astronauti è fatto di alimenti disidratati, inscatolati, congelati: il problema principale è allungarne i tempi di conservazione, il gusto è sempre stato considerato secondario visto che in orbita è molto attenuato.

Come sostengono i nutrizionisti, la varietà degli alimenti è indispensabile per mantenere un buono stato di salute con il corretto apporto di nutrienti. Ma il cibo spaziale riuscirà mai ad essere anche gustoso da mangiare? La NASA e la CSA (Canadian Space Agency) nel dicembre 2020 hanno firmato un accordo di collaborazione per missioni spaziali, nella convinzione che la collaborazione sia la chiave del successo delle missioni spaziali. In cerca di leccornie da mandare in orbita per nutrire gli astronauti, hanno lanciato il contest “Deep Space Food Challenge” per sviluppare tecnologie innovative per la produzione di cibi utilizzabili in situazioni complesse o in ambienti avversi, come le missioni spaziali.

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L’obiettivo è individuare sistemi innovativi che richiedono input minimi per massimizzare la produzione di cibo sicuro, nutriente e appetitoso per gli astronauti che rimangono in orbita per lunghi periodi. L’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale è rifornito periodicamente da navicelle che la raggiungono in orbita. Andare su Marte vorrà dire stare tre anni senza questa possibilità: in tali condizioni gli astronauti dovranno essere in grado di produrre autonomamente e in poco spazio cibo che sia anche facile da cucinare. Una dieta bilanciata ma gustosa gratifica psicologicamente, cosa che nel lungo isolamento spaziale ha la sua importanza.

Non sono disdegnate soluzioni interessanti praticabili anche sulla Terra. Come sappiamo, l’insicurezza alimentare è un problema cronico del nostro Pianeta aggravato dai cambiamenti climatici: imparare un uso efficiente dell’acqua grazie a nuove tecnologie, ad esempio, potrebbe migliorare la produzione alimentare in ambienti con condizioni climatiche estreme e in regioni dove la disponibilità di risorse è scarsissima.

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Il concorso è aperto anche a team internazionali: basta accedere al sito del Deep Space Food Challenge e registrarsi. Il premio in palio è di 500mila dollari, ma è riservato ai soli concorrenti statunitensi. Agli altri rimarrà solo la soddisfazione di essere stati selezionati in un contest di livello…spaziale.

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