Nell’alimentazione del futuro c’è la carne coltivata in laboratorio dalle staminali animali o prodotta con le stampanti 3D, come si sta sperimentando in Israele
(Rinnovabili.it) – È a metà tra il pittoresco e il nostalgico il nome del ristorante, “The Chicken”. Perché qui di carne non c’è traccia, il vecchio dilemma se sia nato prima l’uovo o la gallina è stato saltato a piè pari. Stiamo parlando del primo locale al mondo che propone un menù di carne coltivata in laboratorio appena inaugurato a Ness Ziona, un sobborgo vicino a Tel Aviv.
La carne viene coltivata in laboratorio partendo da cellule staminali animali, che non vengono uccisi. Secondo i gestori del ristorante il “croccante filetto di pollo” proposto nel menù è assolutamente identico a quello prodotto con i sistemi tradizionali, sia dal punto di vista del gusto che dell’aspetto.
“The Chicken” si trova vicino allo stabilimento di produzione della società di food tech SuperMeat. I tavoli devono essere prenotati obbligatoriamente con largo anticipo, la lista d’attesa è lunghissima. Dai tavoli è possibile osservare tutte le fasi di preparazione degli hamburger dal momento che si affacciano direttamente sull’impianto di produzione della carne coltivata. La cosa più singolare è che gli avventori non pagano. “The Chicken”, infatti, è ancora in fase sperimentale, una sorta di startup: SuperMeat sta proponendo al pubblico un prodotto con una tecnologia sviluppata in cinque anni di ricerca. Ai clienti al posto del conto viene portata una scheda di valutazione da compilare affinché i ristoratori/produttori della carne coltivata possano capire il livello di gradimento del prodotto e soprattutto quali possono essere gli eventuali miglioramenti da apportare.
L’azienda SuperMeat è stata fondata nel 2015 a Tel Aviv da Ido Savir, Shir Friedman e Koby Barak con l’obiettivo di offrire menù di carne che non provocassero sofferenze agli animali e fossero amici dell’ambiente. Sembra sia stato risolto anche il quesito se la carne coltivata possa avere la certificazione kosher: per alcuni rabbini la carne coltivata in laboratorio non essendo “vera” carne è esente dai requisiti tradizionali imposti dalla certificazione kosher, altri ritengono invece che anche in questo caso si debbano applicare gli stessi divieti della carne da animali macellati, come la salatura e la separazione dai prodotti lattiero-caseari.
Ma la ricerca sulla carne senza carne non si ferma qui. La startup israeliana RedefineMeat con sede a Rehovot, nei pressi di Tel Aviv, dovrebbe lanciare a breve delle stampanti 3D in grado di imitare la struttura muscolare della carne bovina. Attualmente è in corso nei ristoranti la prova di assaggio della Alt-Steak prodotta da RedefineMeat. Se l’indice di gradimento sarà positivo, le stampanti 3D saranno distribuite su larga scala per produrre carne con un costo inferiore a quella animale ritagliandosi una buona fetta (è proprio il caso di dirlo…) di mercato.