Dopo aver colpito duramente gli olivi pugliesi, la Xylella fastidiosa si sta estendendo ad altre regioni. Di grande importanza la diagnosi precoce, perché le piante infette potrebbero non mostrare alcun sintomo ma veicolare ugualmente il contagio. Il progetto di ricerca che impiega i cani, attualmente in corso, sembra dare concretezza alla diagnosi precoce e alla prevenzione
(Rinnovabili.it) – I cani scendono in campo contro la Xylella fastidiosa, il patogeno batterico che viene trasmesso alle piante da insetti vettori. La presenza di Xylella fastidiosa negli olivi pugliesi è stata segnalata la prima volta nel 2013. Da allora ci sono stati casi anche in Francia, Spagna e Portogallo, ma era già diffusa nel Nord, Centro e Sud America (sembra infatti che la malattia sia arrivata in Italia con l’importazione di piante infette dall’America Latina).
Le piante infette possono essere asintomatiche
Il rischio fitosanitario della Xylella fastidiosa è tale da essere inclusa nella lista degli organismi nocivi di quarantena rilevanti per l’Unione Europea.
La strage di olivi dalla Puglia si sta estendendo in altre regioni, mettendo a rischio una delle produzioni più preziose dell’agroalimentare italiano. Quindi è molto importante identificare precocemente le piante infette perché potrebbero non mostrare alcun sintomo ma veicolare ugualmente il contagio.
Oltre a compromettere la produzione dell’olio, con il suo valore economico, gli olivi centenari costituiscono una caratteristica storico-paesaggistica del panorama pugliese che si deve assolutamente preservare.
Ora la lotta al patogeno che sta mettendo in seria difficoltà l’olivicoltura pugliese potrebbe avere una nuova freccia al suo arco con una task force cinofila composta da sei cani: 2 jack russel, 1 pastore belga malinois, 1 segugio, 1 labrador retriever, 1 springer spaniel inglese.
Diagnosi precoce grazie all’olfatto dei cani
I metodi diagnostici disponibili sono difficilmente sostenibili nel medio-lungo periodo a causa dei costi elevati. Dalla collaborazione tra Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR (IPSP-CNR) è nato il progetto di ricerca “Addestramento e impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce della Xylella fastidiosa” per mettere a punto un metodo di diagnosi precoce del batterio.
Come esistono i cani antidroga impiegati in porti e aeroporti, lo stesso principio è applicato con i cani addestrati a individuare precocemente la presenza di Xylella nelle piante di olivo.
L’addestramento – iniziato a giugno 2021 nel Salento – conferma anche in questo caso l’enorme potenzialità dei recettori olfattivi dei cani, che sono in grado di identificare il patogeno individuandone l’odore specifico rispetto agli altri campioni utilizzati.
La prevenzione
La sperimentazione ora prevede il passaggio dalle esercitazioni in condizioni controllate a quelle in ambiente reale e l’identificazione dei componenti rilevati dall’olfatto dei cani.
La capacità dei cani nell’identificare precocemente le piante infette li rende utilissimi per effettuare controlli nei vivai e nei punti di entrata delle piante dall’estero (porti, aeroporti, posti di confine); sarebbe anche un valido supporto nelle campagne di monitoraggio territoriale dei servizi fitosanitari.