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Coltivare la canapa in maniera sostenibile, da dove cominciare?

Canapa sostenibile: da dove cominciare per coltivarla?
via depositphotos.com

Articolo pubbliredazionale

Oggi si contano oltre 10.000 applicazioni finali per la canapa: il mercato internazionale è sempre più dinamico e maturo

La canapa potrebbe divenire una risorsa per la bioeconomia italiana. La rinnovata attenzione a livello nazionale e mondiale, unitamente ad una versatilità unica nel suo genere, fanno di questa pianta un interessante investimento anche in un contesto di ripresa come quello attuale. Oggi si contano oltre 10.000 applicazioni finali, con un mercato internazionale sempre più dinamico e maturo.

D’altra parte la canapa possiede degli innati vantaggi, alcuni conosciuti da tempo, altri scoperti solo recentemente. Primo fra tutti la rapidità di crescita. Ovviamente i tempi dipendono da una serie di fattori, inclusa la varietà genetica, ma in generale la Cannabis – per usare la nomenclatura scientifica – è una coltura a ciclo breve. Si sviluppa in maniera prolifica praticamente ovunque, anche su terreni difficili come i suoli sabbiosi o aridi. Inoltre richiede pochissima acqua e, anche senza l’aiuto di pesticidi e fertilizzanti, è in grado di garantire un’ottima resa in termini di biomassa prodotto/suolo occupato.

 Ovviamente passare da una serie di generiche promesse alla coltivazione vera e propria, orientandosi fra specie, pratiche agricole e norme di settore, non è semplicissimo. Ad aiutare i futuri “growers” è Agricola Colornese, giovane società parmense che dal 2018 fa ricerca di settore. Il fondatore Maurizio Battista Sandei ha messo assieme un team di agronomi, genetisti e chimici che da diversi anni studia e seleziona le colture più adatte, le sementi migliori, le tecniche e i macchinari d’avanguardia.

Oggi l’azienda non solo fornisce piante di canapa sativa light (allo stadio vegetativo più adatto), ma offre ai coltivatori e quanti vogliano entrare nel settore, un servizio di consulenza su misura. Agricola Colornese segue passo passo i propri clienti, dall’analisi di fattibilità iniziale al raccolto finale. Sia outdoor che indoor. Uno dei punti di forza della canapa è, infatti, quello di potersi sposare perfettamente anche con metodi di coltivazione, come l’idroponica.

 Gli agricoltori dovranno solamente scegliere quale direzione intraprendere, in base alle singole possibilità. E l’azienda, partendo dall’esigenza del cliente e dalle condizioni ambientali, definirà il progetto più adatto.

Coltivazioni outdoor

Il mercato della canapa non offre solo nuove opportunità di business. Anche chi ha già un’attività agricola avviata può utilizzare questa pianta inserendola nel piano aziendale di rotazione. L’avvicendamento colturale è una nota tecnica agronomica che prevede di alternare le specie vegetali coltivate nello stesso appezzamento. In questa maniera non vengono prelevati dal terreno sempre gli stessi elementi nutritivi e il suolo ha il tempo di riposare e rigenerarsi. Ciò si traduce in una minore esigenza di concimi e fertilizzanti.

Non solo. La rotazione colturale permette di tenere sotto controllo il proliferare di agenti parassiti e di erbe infestanti, collocandosi di diritto tra le pratiche agricole sostenibili più efficaci. In questo contesto, è stato dimostrato che la canapa offre interessanti benefici in rotazione ad esempio con cereali invernali come l’avena, l’orzo e il farro. Grazie alle sue lunghe radici aiuta a compattare il terreno proteggendolo dall’erosione e permettendogli nel contempo di “respirare meglio”. Inoltre possiede la capacità di assorbire determinati inquinanti nel suolo, proponendosi come un’ottima arma per la fitodepurazione dei terreni contaminati.

Da dove partire? A rispondere ci pensa Agricola Colornese con un servizio di consulenza dedicato. Gli esperti dell’azienda si recano sul campo per effettuare una prima valutazione tecnico-operativa del luogo analizzando fattori come l’altitudine, la pendenza del terreno, l’eventuale sismicità dell’area, le condizioni climatiche etc. Una volta raccolti gli elementi essenziali la società elabora uno studio di fattibilità, definendo anche la tipologia colturale migliore per il cliente. Ogni varietà ha infatti le sue ha le sue caratteristiche e peculiarità, e può rispondere in maniera diversa ad ambienti diversi. Il passo successivo è la realizzazione di un progetto ad hoc, ritagliato sulle esigenze del grower. L’agronomo stabilisce il numero di piante da coltivare al metro quadrato e la distanza a cui piantumare l’una dall’altra.

“La consulenza – spiega Agricola Colornese – prevede degli step di avanzamento. I nostri tecnici non solo analizzano il terreno, consigliano la genetica e stabiliscono il numero di piante da coltivare nel campo ma, step by step, accompagnano l’agricoltore dalla semina fino al raccolto. Ogni qualvolta si rende necessario il loro intervento, loro sono in campo, coinvolti in prima persona. Una volta terminata la prima fase della crescita della pianta, inizia la fase più delicata: la fase di preparazione – la fase di taglio, essiccazione, pulizia. Il risultato finale è la somma di tutte le variabili”.

Coltivazioni indoor

Quando si parla di coltivazioni al chiuso, il primo pensiero corre alle serre tradizionali. Ma l’agricoltura sostenibile ha da tempo un nuovo alleato: l’idroponica, tecnica di coltivazione “fuori dal suolo” sempre più diffusa sia a livello domestico che commerciale. L’idea alla base è di sostituire la terra con un substrato inerte, irrigando le piante con una soluzione ricca di nutrienti. Questa soluzione comporta diversi vantaggi, a cominciare da un incremento dei tassi di sviluppo. Quando un sistema idroponico viene eseguito correttamente, le colture possono crescere fino al 25% più velocemente, con una resa fino al 30% maggiore. E possono farlo impiegando meno acqua delle colture nel suolo. Rispetto alle tecniche convenzionali, inoltre, elimina completamente il bisogno di pesticidi ed erbicidi, rimuovendo all’origine il problema.

Anche in questo caso la consulenza di Agricola Colornese parte da un’analisi dei bisogni svolta dai tecnici in loco. Ma per un impianto indoor (o in serra), vi sono diversi elementi su cui focalizzare l’attenzione, elementi da tenere in mente, come il controllo dell’atmosfera, la scelta dei substrati colturali o la miscela di nutrienti. L’azienda stabilisce il tipo di illuminazione e di ventilazione, rispetto le dimensioni della stanza e le necessità delle piante (la cannabis richiede un’illuminazione molto specifica con precisi intervalli di buio per una crescita ottimale). E stabilisce la tipologia di vasi e di substrato da usare. E ovviamente accompagnare i growers per tutto il processo fino al raccolto.

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Azienda Agricola Colornese: Science for Growers.

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