In Finlandia è stato prodotto il caffè in laboratorio con l’agricoltura cellulare. Un esperimento che potrebbe aprire la strada a sperimentazioni per ottenere prodotti agricoli convenzionali con le biotecnologie
(Rinnovabili.it) – Il caffè come lo conosciamo – e lo amiamo, con tutti i riti che lo accompagnano – è destinato a diventare obsoleto? In Finlandia, dove c’è il più alto consumo pro capite di caffè, l’ente di ricerca VTT ha prodotto cellule di caffè in un bioreattore con l’agricoltura cellulare. Sembra che l’aroma e il gusto siano quelli a cui siamo abituati, ma che sul fronte della sostenibilità il punteggio sia molto alto.
Questo perché la domanda di caffè è in crescita costante e aumentare la produzione di caffè porterebbe alla deforestazione delle aree più delicate del Pianeta, come la foresta pluviale.
VTT ha pensato a un’alternativa che mettesse d’accordo l’esigenza di un prodotto che mantenga le sue caratteristiche organolettiche ma sia anche sostenibile dal punto di vista ambientale.
L’idea di VTT è quella di sviluppare la produzione di caffè attraverso le cellule vegetali. Il processo prevede l’utilizzo di colture cellulari galleggianti in bioreattori dove viene inserita una sostanza nutritiva. La biomassa ottenuta viene tostata, trasformata in caffè e sottoposta successivamente al vaglio di un gruppo di assaggiatori.
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Questa procedura consente di ottenere prodotti a base sia animale che vegetale; infatti sono in corso sperimentazioni per ottenere prodotti agricoli convenzionali grazie alle biotecnologie. Si tratta di procedure complesse che hanno richiesto la collaborazione di esperti di biotecnologia vegetale, chimica e scienze alimentari.
Agricoltura cellulare e alimentazione sostenibile
Il caffè prodotto finora in laboratorio è a tutti gli effetti un alimento sperimentale. Per commercializzare negli Stati Uniti un prodotto alimentare da laboratorio è necessaria l’approvazione della Food and Drug Administration. In Europa, invece, il caffè coltivato in laboratorio deve essere prima approvato come novel food.
Tecnicamente il processo di produzione si basa su tecnologie esistenti e consolidate: P.M. Townsley aveva avuto l’idea di produrre caffè da agricoltura cellulare negli anni Settanta.
Heiko Rischer, capo del gruppo di ricerca di VTT, ritiene che manchino circa quattro anni per ottenere l’approvazione normativa e avviare una produzione regolare, ma questi sono solo i passaggi necessari per poter commercializzare il caffè.
Quello che più conta, per Rischer, è aver dimostrato che il caffè coltivato in laboratorio può essere una realtà. Tuttavia, «questo lavoro scientifico avrà un vero impatto sui sistemi alimentari solo nel momento in cui le aziende saranno disposte a ripensare la produzione alimentare» afferma Rischer.
La produzione di caffè in laboratorio rientra tra gli obiettivi di ricerca strategica di VTT, ovvero rispondere alla sfida globale di produrre cibo per tutti, sano per l’uomo e sano per il Pianeta. L’agricoltura cellulare potrebbe essere una delle strade da percorrere per una produzione alimentare sostenibile?