di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Dalla collaborazione tra Norwegian Seafood Association, IBM e ATEA è nata l’idea di utilizzare la blockchain per monitorare e analizzare il ciclo di vita del salmone norvegese e fornire informazioni chiare e certificate su qualità, sicurezza, provenienza e sostenibilità dei metodi di produzione.
I consumatori sono sempre più attenti a questo tipo di informazioni – come evidenziato dallo studio “Fish Traceability” di Morning Consult e IBM – e sono anche disposti a pagare un prodotto fino al 10% in più in presenza di informazioni sicure e verificate sulla provenienza e sulla produzione. Lo studio sottolinea anche che i consumatori mangerebbero più pesce se potessero verificare la sostenibilità con l’aiuto di tecnologie come blockchain, AI, sensori IoT, cloud.
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La blockchain garantisce dalle contraffazioni
L’industria ittica in Norvegia è al terzo posto per le esportazioni e il salmone è un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo. Tuttavia le frodi sono all’ordine del giorno e non è infrequente acquistare un salmone che non ha le carte in regola. Grazie alla blockchain, il progetto avviato a giugno 2020 nell’area di Kvarøy garantisce dalle contraffazioni e quindi offre un vantaggio competitivo all’industria ittica. Il consenso internazionale per questa innovazione e per i suoi brillanti risultati ha convinto BBC Storyworks a dedicarle un episodio della serie Better Lives Through Better Business presentato durante il Consumers Goods Forum.
Nel progetto sono entrati dieci allevamenti ittici, produttori di mangimi per pesci, aziende della trasformazione e fornitori. Grazie alla blockchain vengono registrate tutte le informazioni sulla vita dei salmoni all’interno dell’allevamento, dai dati sulla qualità delle uova di pesce ai livelli di ossigeno e temperatura dell’acqua, come anche dimensioni e numero dei pesci per recinto.
L’alimentazione è una necessità, rendiamo sostenibile l’allevamento in mare
Come sottolinea Camilla Bredesen, general manager di The Salmon, «i nostri consumatori sono attenti alla qualità del prodotto e al benessere del pesce. Si fidano del salmone norvegese e lavoriamo con impegno per meritare questa fiducia. Credo che una risposta possibile alla crescente richiesta di cibo e di proteine di una popolazione in crescita possa venire dall’oceano. Il 70% del Pianeta è coperto dal mare e attualmente solo il 4-5% di quello che mangiamo viene dal mare. Disponiamo quindi di una risorsa importante per fornire proteine nel prossimo futuro».
«Abbiamo spinto al massimo lo sfruttamento della terra e del mare e le loro risorse sono in esaurimento. Poiché l’alimentazione rimane una necessità è doveroso rendere sostenibile l’allevamento in mare. Uno dei problemi da affrontare nell’allevamento del salmone è sempre stato quello delle malattie; oggi è possibile vaccinare i pesci anziché usare gli antibiotici. La tecnologia ha permesso di rendere l’allevamento più sostenibile, adottare la blockchain è stato inevitabile», spiega Alf-Gøran Knutsen di Kvarøy Salmon.
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Con il QR code è tutto sotto controllo
Grazie al QR code si può tenere tutto sotto controllo: ad esempio si controllano gli ingredienti e la provenienza del mangime, quanto mangiano i pesci, la temperatura, etc. Oggi l’allevamento sostenibile del salmone prevede l’impiego di robot, droni, telecamere con machine learning, tecnologia laser per eliminare i parassiti: l’innovazione è un elemento chiave della sostenibilità.
Aderire al progetto blockchain implica un approccio collaborativo tra tutti gli attori coinvolti nell’ambito dei un ecosistema integrato. I produttori non devono investire in nessun hardware, né pagare una quota per l’utilizzo della blockchain. Il loro impegno è legato solo alla quantità di pesce che viene tracciato attraverso il sistema.
Alcuni temono per la sicurezza dei dati, è quindi indispensabile spiegare che il progetto funziona in modo assolutamente sicuro.
Un progetto che fa bene all’ambiente
Il vantaggio per l’ambiente è tutt’altro che trascurabile. Spesso le fasi di trasformazione del pesce avvengono in Cina, con notevoli emissioni di CO2 per il trasporto e assenza di controlli riguardo condizioni di lavoro e sicurezza degli impianti.
Tra gli obiettivi del progetto blockchain c’è quello di avviare la trasformazione digitale del trasporto per rendere i passaggi doganali più veloci ed efficienti per accorciare i tempi di consegna e consegnare prodotti più freschi.
«I dati della blockchain non possono essere cambiati e questo è un elemento di fiducia per in tutta la filiera produttiva, fino al consumatore», spiega Espen Braathe di IBM Food Trust. «Produrre in modo etico fa bene all’ambiente e fa bene all’uomo».