(Rinnovabili.it) – La legge sul biologico deve tornare al Senato per la conclusione dell’iter legislativo. Nella votazione alla Camera sono stati approvati due emendamenti che eliminano l’equiparazione del metodo biologico a quello biodinamico.
Qualcuno la ritiene una vittoria del mondo scientifico (tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi e la senatrice a vita Elena Cattaneo), che si era espresso con molta perplessità sul valore dell’agricoltura biodinamica.
Come nota l’intero settore dell’agricoltura biologica se ne parla da 13 anni e 3 legislature. Di fatto, eliminare il termine “biodinamico” dà ragione a chi ritiene che l’agricoltura biodinamica sia priva di fondamenti scientifici.
Tuttavia, la deputata Maria Chiara Gadda, prima firmataria del ddl, ha precisato che «l’agricoltura biodinamica rimane, così come resta nei piani di settore, ai tavoli tecnici e nei bandi di gara in quanto parte già normata del settore e rispettosa delle regole sul biologico. Abbiamo bisogno di più scienza, di più ricerca, e di più agricolture perché il Paese abbia più possibilità, non meno».
La conseguenza principale al momento sembra essere l’ennesimo rinvio, che ha contrariato il mondo agricolo che attende da tempo che siano fissate delle norme chiare.
Quello che tutto il mondo agricolo chiede è che ci sia maggiore chiarezza normativa e soprattutto che le votazioni al Senato si svolgano velocemente.
Una contesa più ideologica che sostanziale
Come ha dichiarato Andrea Michele Tiso, presidente nazionale di Confeuro, «le aziende che rispettano gli standard del biologico, incluse quelle biodinamiche, rientreranno ugualmente nell’ambito di applicazione delle nuove norme.
Si è accesa una contesa che appare più ideologica che sostanziale, che ha allungato ulteriormente i tempi di approvazione di una legge attesa da anni.
Non possiamo che ribadire ora il nostro auspicio che il Senato approvi al più presto il testo così modificato. È il momento di guardare alle grandi potenzialità di sviluppo del biologico nel suo complesso, non di battaglie che rischiano di dividere e di far perdere di vista opportunità e problemi reali del mondo agricolo».
Sulla stessa linea si pone Confagricoltura: «L’approvazione della legge sul biologico è molto attesa dal settore e le novità introdotte – organizzazioni dei produttori e interprofessionali, biodistretti e marchio del biologico italiano – sono elementi potenziali di sviluppo molto importanti».
Ricordiamo che in Italia la superficie coltivata a biologico è di 2.095.380 ettari e la SAU biologica è passata dall’8,7% nel 2010 al 16,6% nel 2020. Anche l’export del biologico è cresciuto sensibilmente: in un anno ha segnato +11% e in dieci anni l’aumento è stato addirittura del 156%. Il settore del biologico impegna 80mila lavoratori e vale 3,5 miliardi di euro.
L’auspicio di tutti è che il Senato voti velocemente
Anche la presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, esprime la sua insoddisfazione: «Ci aspettavamo l’approvazione definitiva del testo, invece ancora una volta ci troviamo sospesi. Adesso confidiamo nel rispetto dei tempi annunciati in Aula per l’ok del Senato perché questo settore, che sta producendo ottimi risultati e che ha tutte le carte in regola per creare una nuova economia in linea con il Green Deal europeo, non può più attendere».
Mammuccini ha sottolineato che il biodinamico fa da sempre parte del biologico come stabilito dal regolamento sul metodo biologico del 1991 e che di fatto nulla cambierà. «È dimostrato che il suolo più fertile è quello coltivato in biodinamico. La scienza si impegni a indagare questi aspetti per capire davvero quello di cui l’agricoltura ha bisogno».
La presidente si augura con una punta polemica che «quella parte del mondo scientifico che si è battuta per eliminare dal testo l’agricoltura biodinamica, lavori allo stesso modo per la riduzione in agricoltura dei pesticidi chimici di sintesi».
Biologico in linea con il Green Deal
Per Cia-Agricoltori Italiani deve essere approvata la legge sul biologico, che può «rendere l’agricoltura protagonista della transizione ecologica europea».
Ora il Senato deve dare un ok in tempi rapidi: «L’Italia, leader in Europa nel settore biologico, ha urgente bisogno di una legislazione nazionale, che le consenta di non perdere la partita con competitor europei, sempre più agguerriti».
Il biologico è un pilastro fondamentale per costruire il futuro agricolo in linea con il Green Deal, protagonista della transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità.
«La sfida europea è di arrivare entro il 2030 a destinare il 25% dei terreni agricoli al bio e vede l’Italia in vantaggio, con una percentuale di coltivazioni al 16%, contro l’8% della media Ue».