L’Italia è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico. Ma a crescere sono anche i consumi che oggi valgono 3,3mld di euro. Bellanova: "Realtà significativa, dovrà giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro"
Presentato il report “Bio in cifre 2020” dell’ISMEA
(Rinnovabili.it) – Il settore biologico in Italia gode di ottima salute. L’emergenza sanitaria ed economica di questi mesi non ha scalfito il comparto; al contrario, potrebbe aver contribuito al nuovo record di vendite registrato nei mesi passati. A mostrarne l’andamento è il rapporto “Bio in cifre 2020” prodotto dall’ISMEA e presentato stamane durante l’incontro organizzato dalla Coldiretti. Il documento dipinge un mercato in crescita costante. Oggi l’Italia è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, con oltre 80mila operatori coinvolti e una superficie destinata di quasi 2 milioni di ettari.
I campi “bio” hanno raggiunto ben il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) a livello nazionale, dato che posiziona il Belpaese di gran lunga sopra la media UE (circa 8%). E soprattutto sopra le quote dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Sul fronte della distribuzione geografia, invece, l’analisi conferma che il 51% dell’intera superficie biologica nazionale si trova in sole quattro regioni: Sicilia (370.622 ha), Puglia (266.274 ha), Calabria (208.292 ha) ed Emilia-Romagna (166.525).
I dati si riferiscono al 2019, ma le ottime tendenze si sono confermate anche nel 2020. “I consumi di cibi biologici nel nostro Paese sono più che triplicati negli ultimi 10 anni – scrive ISMEA – fino a rappresentare oggi un valore superiore ai 3,3 miliardi di euro e un peso del 4% sul carrello degli italiani”. La pandemia sembra aver impresso un’ulteriore accelerazione della crescita stimolando “una maggiore attenzione alla salute e al benessere”. Gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco e in alcune categorie specifiche come le uova.
Nonostante ciò, aumentano anche le importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari (più 13,1%rispetto il 2018), con una predilezione per cereali, colture industriali, frutta fresca e secca. “L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’Asia”, spiega il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, esortando a dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea. Lo scorso anno, infatti, l’ente di controllo ha invitato i Paesi UE a migliorare la vigilanza sugli alimenti biologici biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei.
Un punto, quello della sicurezza e degli standard, su cui è tornata anche la ministra alle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ma guardando direttamente dentro i confini comunitari. “L’agricoltura biologica nel nostro Paese rappresenta una realtà significativa e dovrà giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro. Vogliamo che il biologico poggi le sue basi su fondamenta forti e lo diciamo con chiarezza: se qualcuno in Europa pensa di far aumentare le superfici a biologico abbassando il livello delle regole […] noi non ci stiamo”, ha commentato Bellanova durante la presentazione di Bio in cifre 2020. “Siamo ben disposti a lavorare verso una crescita del settore, bisogna però tener conto delle peculiarità di ciascuno Stato membro e della crescita possibile in ogni realtà. Soprattutto non vogliamo che una crescita indistinta avvenga a discapito delle regole sulla qualità delle produzioni, che devono essere sempre più rigorose e attente”.
“L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità”, ha aggiunto il Direttore Generale dell’ISMEA, Raffaele Borriello. “Promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata riducendo i volumi delle importazioni potrà inoltre fornire un ulteriore stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento del target del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal. Un’occasione da non perdere, visto anche il boom di domanda di prodotto 100% italiano a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.
Scarica qui il report “Bio in cifre 2020”