Non tutti gli alimenti biologici sono uguali: alcuni sono più "bio" di altri e per distinguerli è necessario imparare a leggere le confezioni.
di Daniela Maurizi
(Rinnovabili.it) – Il biologico inonda gli scaffali dei supermercati: dal dolce al salato, dalla frutta ai formaggi, questi prodotti sono moltissimi e sempre più apprezzati dai consumatori che, spesso, fanno del BIO una filosofia di vita per il benessere degli animali e dell’ambiente. Non tutti questi prodotti però, sono equivalenti e non tutti i loghi offrono le stesse garanzie.
Il logo
I simboli BIO sono i più diversi e variano per colore, forma e stile. È solo uno quello ufficiale, che ci garantisce che il prodotto sia un vero biologico.
Questo è il logo ufficiale europeo dei prodotti da agricoltura biologica, è stato disegnato da uno studente tedesco e selezionato in un concorso internazionale.
Quando lo vediamo apposto sulla confezione, significa che gli alimenti sono stati certificati da organismi di controllo, che hanno approvato tutto il processo produttivo, dal campo allo scaffale.
I produttori che utilizzano il logo europeo devono dare informazioni sull’origine delle materie prime agricole. Puoi quindi trovare:
- Agricoltura UE: se hanno origine europea
- Agricoltura non UE: se sono prodotte in Paesi terzi
- Agricoltura UE/non UE: se hanno in parte origine europea ed in parte extra europea
Se il paese di origine di tutte le materie prime agricole è lo stesso, puoi trovare il nome indicato accanto, o al posto di, “UE” “non UE”.
Il logo certifica anche che il 95% dell’alimento è biologico. La percentuale è calcolata rispetto al peso totale del prodotto di origine agricola.
Più BIO e meno BIO
Non tutti gli alimenti BIO sono uguali, alcuni sono più biologici di altri, possiamo controllare quanto è BIO un prodotto guardando la confezione. Se il tenore degli ingredienti biologici supera il 95% del totale, troveremo la parola biologico in etichetta e il logo europeo.
Infatti, se almeno il 95% degli ingredienti è di origine biologica, i produttori possono inserire la dicitura “da agricoltura biologica” per gli ingredienti specifici, che sono segnati con un *. Se invece il tenore è minore del 95%, non troveremo il logo europeo e la parola biologico sarà presente nell’elenco ingredienti, con indicazione della percentuale complessiva (“Ingredienti biologici sul totale di ingredienti di origine agricola (87%)” e degli ingredienti certificati (di solito accompagnati da un asterisco).
Per esempio, per gli stessi biscotti, in base alla percentuale di ingredienti biologici, l’elenco varierebbe così:
Biscotti all’albicocca Ingredienti: farina di grano tenero tipo 0*, farina di grano tenero integrale*, olio di palma*, fruttosio, bevanda di riso*, purea di albicocca (5%), agenti lievitanti: tartrati di potassio, carbonati di sodio * ingredienti biologici sul totale di ingredienti di origine agricola (87%) | Biscotti all’albicocca Ingredienti: farina di grano tenero tipo 0*, farina di grano tenero integrale*, olio di palma*, fruttosio, bevanda di riso*, purea di albicocca (5%), agenti lievitanti: tartrati di potassio, carbonati di sodio * ingredienti biologici sul totale di ingredienti di origine agricola (97%) |
Perché comprare BIO
L’agricoltura biologica è un metodo di produzione definito a livello europeo e normato dai regolamenti europei n. 834/2007 e 889/2008.
I requisiti dell’agricoltura biologica sono molti, e riguardano il rispetto dell’ambiente ed il benessere degli animali. Chi fa biologico:
- pratica la rotazione delle colture per non stressare il terreno
- sceglie le varietà più resistenti ai parassiti
- utilizza sostanze naturali e non di sintesi (per esempio, è utilizzato il letame con fertilizzante)
- non utilizza OGM
- non utilizza radiazioni ionizzanti*
- ricicla i rifiuti
- garantisce il benessere degli animali lasciandoli liberi di muoversi all’aperto, nutrendoli con mangimi biologici e lasciandoli liberi di riprodursi (senza inseminazione artificiale)
*Le radiazioni ionizzanti sono utilizzate nella lavorazione degli alimenti per migliorarne la qualità ed aumentarne la durabilità: in particolare, ritardare la germogliazione dei tuberi, ridurre la carica microbica di carne e pesce, inattivare parassiti ed agenti patogeni in alcuni alimenti (quelli deperibili e quelli surgelati). La quantità di radiazioni è stabilita dalla legge e, quando l’alimento è stato sottoposto a questo tipo di trattamento, i produttori sono obbligati a dichiararlo in etichetta.
Chi controlla il biologico
Gli enti pubblici e gli organismi privati svolgono i controlli per il biologico e sono a loro volta controllati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e dalle Regioni. Il Ministero è l’autorità competente per i controlli e contiene, al suo interno, due dipartimenti dedicati solo al biologico:
- Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF);
- Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare (PQAI);
Tutte le informazioni relative ai produttori biologici sono inserite nel Sistema Informativo Biologico (SIB), a sua volta all’interno del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN).
Ogni anno sono svolti molti controlli da parte di:
- Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
- Regioni
- Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi (ICQRF)
- Comando carabinieri politiche agricole
- Organismi di controllo e certificazione
Durante i controlli, i produttori e i venditori di alimenti biologici sono sottoposti ad ispezioni da parte di organismi di controllo che verificano che siano rispettati tutti i requisiti di legge. Durante i controlli sono ricercate le sostanze non ammesse, vengono esaminate le tecniche di produzione e possono essere prelevati campioni di alimenti da far analizzare in laboratorio.
In Italia, gli organismi di controllo per il biologico riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sono 18. La Commissione europea ha pubblicato recentemente una relazione in cui certifica che il sistema dei controlli italiano funziona bene ed è in grado di garantire la qualità degli alimenti BIO.
Ad ogni controllore è affidato un codice identificativo, che troviamo in etichetta. Le prime due lettere identificano il paese, le successive rappresentano il numero dell’operatore ed il singolo prodotto. Nel codice è indicato anche se il prodotto è trasformato (T) o fresco (F).
Facciamo attenzione a queste informazioni in etichetta e diffidiamo da altri claim per cui, invece, non esistono regole così precise come per esempio “Agricoltura pulita, ecologica, naturale”
“Prodotto in conversione all’agricoltura biologica”
Questa indicazione in etichetta ci fa sapere che il produttore dell’alimento è passato dall’agricoltura convenzionale a quella biologica, nei tempi e nelle modalità stabiliti dagli organismi di controllo, e può essere apposta sugli alimenti con un solo ingrediente vegetale (frutta, verdura, caffè). Su questi prodotti non troviamo la parola BIO né il logo, che possono essere utilizzati solo alla fine del periodo di conversione. L’indicazione in etichetta, però, ci garantisce che il periodo di conversione dura da almeno 12 mesi prima del raccolto.
I prodotti stranieri
La produzione di alcuni alimenti nel nostro paese può essere impossibile per via di fattori climatici o, comunque, non sufficiente per soddisfare la domanda ed è necessario importare.
La legge stabilisce che gli alimenti provenienti da paesi extra europei debbano essere conformi alla normativa europea sul biologico: per ogni spedizione di prodotti dall’estero, è necessaria l’autorizzazione da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e sono svolte analisi di laboratorio per controllare che nell’alimento non siano presenti sostanze vietate nei prodotti BIO.
Il vino biologico
Anche il vino può essere biologico se rispetta i criteri stabiliti. Il vino BIO è prodotto utilizzando fertilizzanti naturali. Queste pratiche sono utilizzate per ridurre l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere.
L’acquacoltura biologica
Questa tipologia di allevamento garantisce ai pesci libertà di movimento e possibilità e non prevede l’impiego di antibiotici preventivi e sostanze chimiche. Nei mangimi non sono presenti né OGM, né stimolanti della crescita.
Le uova biologiche
Le uova biologiche sono prodotte da galline nutrite con mangimi biologici, in allevamenti che lasciano loro la possibilità di muoversi all’aperto. Oltre che sulla confezione, puoi controllare la tipologia di allevamento leggendo la prima cifra del codice apposto sul guscio delle uova: il codice 0.
Biodiversità e benessere
Il principio sottostante tutti i metodi di produzione BIO è la tutela dell’ambiente. I concimi organici favoriscono l’aumento della biodiversità del suolo ed il divieto di fertilizzanti di sintesi riduce l’inquinamento, inoltre l’uso delle colture biologiche consente alle piante di sviluppare le proprie difese immunitarie, e si apprezza un maggior contenuto di elementi nutrizionale all’interno di prodotti biologici.
Fonti
Relazione finale su audit in Italia, Commissione europea, 14 gennaio 2019