Aumentare il verde rubando terreno al deserto. Con questa idea in mente, una startup sta conducendo un esperimento in Marocco con agroforestazione, intercropping e desalinizzazione dell’acqua salmastra: venti ettari in cui si coltivano ortaggi e frutta biologici, selezionati per crescere in condizioni avverse
La startup francese che coltiva il deserto
(Rinnovabili.it) – Più verde, meno deserto. Aumentare l’estensione delle aree verdi nelle zone aride può essere una risposta alla crescente desertificazione che si sta estendendo nei Paesi del Bacino del Mediterraneo? Coltivare il deserto sembra essere la proposta della startup francese Sand to Green, ovvero dalla sabbia al verde.
Osserviamo continuamente, in tutto il mondo, gli effetti del cambiamento climatico e il suo impatto sull’agricoltura in tutto il mondo: alterazione del ritmo delle stagioni e successione di eventi estremi sempre più violenti e ravvicinati.
Cambiare il modo di nutrirci per salvare il Pianeta
Agricoltura e clima sono strettamente legati, e questo rende ancora più urgente individuare soluzioni efficaci.
L’80% della deforestazione è attribuibile all’agricoltura che, allo stato attuale, è responsabile di buona parte delle emissioni di gas serra, della deforestazione e della perdita di biodiversità.
Nel 2050 la popolazione mondiale sarà di circa dieci miliardi di persone che avranno diritto e bisogno di nutrirsi in modo sano. Questo significa che se vogliamo fermare il cambiamento climatico dobbiamo imparare a nutrirci in modo diverso e più responsabile.
Ogni anno 13 milioni di ettari si inaridiscono e non sono più coltivabili, ma noi avremo sempre più bisogno di aree coltivabili.
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Le proposte di Sand to Green
Secondo Sand to Green una soluzione possibile contro la desertificazione è l’agroforestazione, ovvero la combinazione di verde arboreo e colture alimentari nello stesso terreno. L’ombra degli alberi aiuta le colture rinfrescando il terreno; ripristinare il ciclo dell’acqua grazie alla presenza del verde avrà un effetto positivo sul clima; la vicinanza di elementi diversi sullo stesso terreno favorisce la biodiversità.
Sand to Green non si limita a piantare gli alberi ma intende restituire alla coltivazione i terreni a rischio desertificazione.
Oltre all’agroforestazione, Sand to Green applica l’intercropping (coltivare insieme specie vegetali diverse) e l’uso di acqua salmastra (presente in abbondanza nelle aree desertiche costiere).
Per rendere l’acqua salmastra adatta all’irrigazione, Sand to Green realizza un processo di desalinizzazione grazie all’impiego di tecnologie solari.
Il concime verde
Ultimo, ma non meno importante sistema usato dalla startup, è “risvegliare” il terreno utilizzando un concime verde (un mix di compost, biochar – un carbone vegetale ottenuto dalla pirolisi della biomassa vegetale che favorisce l’aerazione e il drenaggio del terreno – e microrganismi).
Per cinque anni Sand to Green porterà avanti una sperimentazione nel sud Marocco in un’azienda agricola di venti ettari in cui coltiva ortaggi e frutta biologici, selezionati per crescere in condizioni avverse, utilizzando la permacultura e l’agroforestazione.
Le tecniche individuate dalla startup possono essere replicabili nelle zone aride di tutto il mondo. Rendere fertili le zone desertiche avrà sicuramente un impatto positivo sul cambiamento climatico. Altrettanto positivo sarà l’impatto sociale per le popolazioni che non saranno costrette a migrare a causa della desertificazione dei terreni e del clima avverso.