L’industria del cibo lancia l’allarme sull’approvvigionamento alimentare e l’emergenza coronavirus
(Rinnovabili.it) – Unilever, Nestlé, PepsiCo. Ma anche organizzazioni di agricoltori, Fondazione ONU e alcuni esponenti del mondo accademico e della società civile. Insieme hanno scritto ai leader del G20. La ragione? Garantire l’approvvigionamento alimentare per i più vulnerabili e investire in produzioni alimentari ecosostenibili.
A causa dell’emergenza coronavirus, le scorte di cibo in tutto il mondo saranno “massicciamente colpite”. Il numero di persone che soffriranno la fame potrebbe raddoppiare. Per questa ragione, si legge nella lettera, “occorre intraprendere azioni coordinate, per impedire che la pandemia si trasformi in una crisi alimentare e umanitaria”. Per fare questo, bisogna sostenere il commercio aperto, investire in filiere alimentari sostenibili e garantire la protezione degli agricoltori.
Leggi anche Sicurezza alimentare: perdiamo il 14% del cibo prima che arrivi sul mercato
Sebbene i raccolti siano buoni, la FAO è sempre più preoccupata per alcune restrizioni all’esportazione. Anche le tariffe imposte da alcuni governi sono un rischio, temendo che possano creare problemi nell’approvvigionamento alimentare. La preoccupazione è aumentata quando alcuni paesi hanno iniziato a limitare specifici alimenti. Inoltre, i limiti al movimento delle persone minacciano la manodopera agricola.
“Il rischio di interruzioni dell’approvvigionamento alimentare è in aumento. Questo riguarda soprattutto i paesi che importano alimenti a basso reddito, come quelli dell’Africa sub-sahariana“. Quindi, i leader dell’industria alimentare chiedono investimenti nella produzione alimentare locale. Ma non solo. Anche il sostegno ai piccoli agricoltori è importante, soprattutto con strumenti di accesso al credito.
L’approvvigionamento alimentare è fragile
In più, si legge, saranno necessari programmi mirati di aiuti alimentari. L’assistenza dovrebbe essere indirizzata specialmente ai paesi in via di sviluppo, con misure che vadano oltre la riduzione del debito. “Sono importanti gli investimenti e il supporto dell’ultimo miglio della distribuzione, in modo che il cibo possa raggiungere le case delle persone“. Questo è quanto ha sottolineato al Guardian Wanjira Mathai, del World Resources Institute.
“L’approvvigionamento alimentare è fragile. Ciò è dovuto all’esaurimento delle risorse naturali e all’allocazione errata di oltre 700 miliardi di dollari in misure di sostegno annuali”, avvertono i firmatari della lettera ai G20. “Non esiste una soluzione a breve termine, ma possiamo cogliere l’opportunità”. Nello specifico, la lettera esorta a creare reti regionali di approvvigionamento alimentare, garantendo assistenza sanitaria e sostegno al reddito.
Leggi anche Orticoltura urbana: una via per la sicurezza alimentare
“Far funzionare correttamente il sistema alimentare è fondamentale per una ripresa resiliente in tutto il mondo. Serve per creare milioni di nuovi posti di lavoro, meno fame, maggiore sicurezza alimentare e una migliore gestione delle risorse naturali: suolo, acqua, foreste e oceani”, conclude la lettera.