Agricoltura e allevamento emettono il 23% dei gas serra globali
(Rinnovabili.it) – Oggi l’agricoltura, l’allevamento e le pratiche collegate sono responsabili di quasi un quarto delle emissioni globali di gas serra. Il 23% del totale, pari ad almeno 12 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq). L’agricoltura destinata al consumo animale (mangimi), da sola, è responsabile per il 15% del totale, una quota pari a quella di tutti i trasporti. Ma il sistema alimentare globale resta ancora in gran parte schermato dagli sforzi per contrastare la crisi climatica. E’ possibile trasformarlo in modo che diventi compatibile con la traiettoria verso gli 1,5 gradi di riscaldamento globale, e al tempo stesso raggiungere gli obiettivi di sviluppo senza lasciare nessuno indietro?
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A questa domanda risponde la nuova roadmap preparata dalla FAO. Un documento – il primo di tre – che inizia a fissare degli obiettivi generali per trasformare strutturalmente il sistema alimentare globale. Un processo che si completerà tra due anni, nel 2025, con nuovi rapporti che affronteranno più in dettaglio le misure necessarie. Arrivando anche a indicare le azioni da intraprendere a livello nazionale.
La roadmap per trasformare il sistema alimentare globale
Per il momento, la via tracciata dalla FAO si limita a indicare 20 obiettivi generali. Strutturati, con date e indicatori quantitativi. Ma senza suggerimenti di misure concrete. Tra i target principali figura la riduzione delle emissioni di metano dall’allevamento del 25% entro il 2030. Lo stesso orizzonte della Global Methane Pledge, che si concentra però principalmente sul settore energetico. La stessa FAO stima che il 32% delle emissioni antropiche di metano oggi siano generate dall’allevamento sotto forma di fermentazione enterica e gestione del letame.
Al metano si affiancano altri target come la gestione sostenibile di tutta la pesca entro il 2030, sicurezza di disponibilità di acqua potabile per tutti entro questo decennio, il dimezzamento dello spreco di cibo e l’eliminazione dell’uso della biomassa tradizionale per la cottura dei cibi, entrambi al 2030. Obiettivi, mette le mani avanti la FAO, che possono essere raggiunti solo se la finanza climatica inizia a dirigersi anche verso il sistema alimentare globale. Bisogna “dare priorità ai sistemi agroalimentari non solo per garantire il diritto al cibo, ma anche perché i sistemi agroalimentari sono quelli che possono migliorare maggiormente in termini di riduzione del peso sulla nostra natura e sul clima. Rappresentando attualmente solo il 4% del totale dei finanziamenti per il clima, i finanziamenti per il clima devono essere reindirizzati verso questo settore essenziale”, si legge nel rapporto.