L’allevamento etico può essere una valida alternativa agli allevamenti tradizionali? Da una startup della Valtellina è nato un progetto che coniuga allevamento al pascolo e agricoltura rigenerativa con grande attenzione alla protezione della biodiversità e al benessere animale
Il pascolo rigenerativo che protegge la biodiversità
È possibile che esista un allevamento etico? Sappiamo che oggi l’allevamento è una delle pratiche perennemente sotto la lente perché accusato di essere una delle maggiori fonti di gas climalteranti e quindi colpevole di inquinare l’ambiente.
Allevamento integrato con il territorio
In Italia la maggior parte degli allevamenti bovini sono intensivi e il prodotto che ne deriva è omologato e di forte impatto ambientale. Rinunciare del tutto alla carne è l’unica strada percorribile o l’allevamento etico può essere un’alternativa sostenibile?
Chi ama l’ambiente e rispetta la natura con i suoi cicli si impegna a mangiare meno carne, ma va anche in cerca di allevatori che rispettano il benessere animale e quello dell’ambiente.
Un esempio interessante viene da Pascol, un progetto nato in Valtellina nel 2019 con obiettivi sfidanti, e in parte in corso di realizzazione, che vanno dalla conservazione delle zone di pascolo con la loro biodiversità all’integrazione con il territorio.
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I valori dell’allevamento etico
Pascol è un allevamento etico guidato da valori precisi: animali liberi di pascolare e benessere animale; filiera cortissima e tracciabile; impatto ambientale positivo; impatto sociale positivo con la valorizzazione dei piccoli allevatori; carne con qualità organolettiche superiori a quelle degli allevamenti tradizionali.
Ma è sulle pratiche che Pascol ci sorprende: allevare bovini da carne generando un impatto positivo per l’ecosistema grazie all’agricoltura rigenerativa, che con un approccio olistico coniuga la salute del suolo, dell’ecosistema e delle persone.
Il pascolo rigenerativo, secondo Pascol, favorisce il sequestro del carbonio con un impatto positivo per la biodiversità del terreno.
Pascol è una startup nata dall’idea di due amici, Federico Romeri e Nicolò Lenoci. Dopo la laurea in Management all’Università Cattolica, hanno creato una piattaforma e-commerce che va direttamente dal produttore al consumatore e consegna ai clienti tagli di carne pronti per essere cucinati e confezionati con materiali riciclati e riciclabili.
Allevamento al pascolo e agricoltura rigenerativa
L’idea ha funzionato: partito da due aziende agricole, oggi Pascol aggrega 120 aziende agricole in 10 regioni italiane. Anche il fatturato ha premiato la loro idea: +115% in cinque anni.
Alla base di Pascol è l’abbinamento di allevamento al pascolo e agricoltura rigenerativa; il disciplinare creato da Pascol è approvato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Un’altra cosa che ci sorprende di Pascol è che sia una B Corp, ovvero un’impresa che misura le performance ambientali e sociali con la stessa attenzione dedicata a quelle economiche; in più, esercitano un impatto positivo sull’ambiente e sulla società.