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Spreco alimentare in Italia, nel 2024 è quasi raddoppiato

Nel 2024 lo spreco alimentare in Italia è quasi raddoppiato, sebbene molte famiglie fatichino ad arrivare a fine mese. Un’indagine cerca di capire le cause dello spreco e soprattutto cerca di suggerire soluzioni per contrastarlo. Sono necessarie una maggiore consapevolezza e un cambio di alcune abitudini

Immagine di freepik

Il punto sullo spreco alimentare: come evitarlo?

I dati sullo spreco alimentare in Italia ci lasciano sbalorditi. Nel 2024 è finita nella spazzatura una quantità di cibo quasi doppia rispetto all’anno precedente (+45,6%).

Dal Rapporto internazionale Waste Watcher 2024 “Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione” emergono numeri che sembrano incredibili, soprattutto perché riguardano un periodo di crisi generalizzata, in cui le famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese con il piatto pieno.

Perché lo spreco alimentare in Italia aumenta, anziché diminuire?

L’Osservatorio Internazionale Waste Watcher prova a dare delle risposte basate sui monitoraggi annuali sullo spreco alimentare domestico e sulle abitudini delle persone in merito alla gestione del cibo.

Il suo obiettivo è non solo comprendere le dinamiche sociali ed economiche e gli stili di vita che sono dietro allo spreco alimentare, ma anche generare una conoscenza del problema e orientare politiche di prevenzione.

Dal quadro internazionale generale, si evince che le persone hanno incertezza sul futuro, si aspettano un aumento ulteriore dei prezzi – quindi anche degli alimentari – e hanno scarsa fiducia nella situazione economica del loro Paese. Che fare? Il primo passo sarebbe organizzare dispensa e frigorifero e fare una lista della spesa (che aiuta a non cedere alle tentazioni).

Il Rapporto prende in esame lo spreco alimentare nei Paesi del G7: emerge subito che il Canada ha la maglia nera seguita da Europa, mentre in Giappone, complessivamente, si spreca meno.

Quanto si spreca in Italia?

Pianificatori, amanti della cucina, efficienti. Gli italiani e il cibo hanno un rapporto privilegiato. Il 43% fa la lista della spesa, il 59% consuma il cibo vicino alla scadenza e il 55% lo congela per prolungarne la conservazione, il 44% è moderatamente attento alla cucina e il 42% si dichiara appassionato, il 61% butta gli avanzi meno di una volta alla settimana.

Allora tutto bene? Non esattamente, perché lo spreco alimentare individuale è aumentato del 46% rispetto al 2023, nonostante la buona volontà.

Il 37% dimentica il cibo fino al deterioramento, solo il 29% improvvisa ricette creative per usare gli avanzi, mentre l’11% regala il cibo cucinato in eccesso.

Il 53% compra frutta e verdura di stagione, e qui sorge un altro problema. Infatti è proprio questo pilastro della dieta mediterranea a finire più spesso nella spazzatura. Probabilmente perché cercando di risparmiare si comprano prodotti di scarsa qualità che si deteriorano subito o nelle confezioni sono presenti alcuni pezzi già rovinati.

Interessante un comportamento ancora limitato, ma in crescita: portare a casa quello che non si finisce al ristorante.

Chi spreca di più? Al Sud e al Centro si spreca più che al Nord. Se il 56% delle famiglie è attento a non sprecare niente, il 61% spreca più di una volta a settimana. Questo avviene prevalentemente al Nord e tra i single (70%).

Stratagemmi per limitare lo spreco alimentare

il 79% degli intervistati sarebbe disposto ad acquistare cibi prossimi alla scadenza perché in grado di valutare quando potrebbero consumarli (55%) e perché costano meno (24%).

C’è una buona conoscenza delle corrette modalità di conservazione degli alimenti, sia prima che dopo l’apertura delle confezioni. Nel caso ci fosse qualche dubbio, si consultano le informazioni presenti sulla confezione dei prodotti alimentari, che sono considerate complessivamente credibili.

Soluzioni pratiche? Consumare prima quello che scade prima, fare la lista della spesa per non comprare quello che non serve, preferire prodotti freschi a chilometro zero perché durano di più, non acquistare confezioni troppo grandi, rielaborare gli avanzi anziché buttarli.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.