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Olio d’oliva, icona dell’agroalimentare italiano

L’olio d’oliva è buono e fa bene, oltre ad avere un peso importante nella nostra bilancia commerciale. Ha fatto conoscere l’Italia nel mondo ed è un traino importante per altri prodotti. Le difficoltà vengono dal cambiamento climatico e dall’instabilità geopolitica: serve un’azione comune di produttori e istituzioni per sostenere questo toccasana per la nostra salute

Foto ASSITOL

L’olio d’oliva si riassume in una parola: valore

“Olio d’oliva: l’Italia che fa bene”. Per celebrare la Giornata Nazionale del Made in Italy, ASSITOL – Associazione Italiana dell’industria olearia ha organizzato questo incontro per raccontare l’olio d’oliva: non è solo un’icona dell’agroalimentare italiano che ha contribuito a valorizzare l’immagine dell’Italia nel mondo, ma è soprattutto un prodotto sano e salutare.

Un prodotto da difendere e una filiera da rafforzare, come ha sottolineato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL.

La fama dell’olio d’oliva inizia nell’Ottocento

La fama internazionale dell’olio d’oliva è iniziata nell’Ottocento, quando i nostri emigranti varcavano l’oceano in cerca di futuro e portavano con sé qualcosa che ricordasse il sapore di casa. Furono poi i grandi marchi di allora, Berio e Bertolli, ad avere l’idea di commercializzarlo mettendolo in bottiglia.

L’olio d’oliva ha portato l’Italia nel mondo. È stato un ambasciatore dell’agroalimentare italiano, ruolo che mantiene ancora con successo. Non dimentichiamo, inoltre, che è un traino importante per molti altri prodotti, come la pasta, i sughi pronti, il pesto, le salse, i sottoli.

La fama della cucina italiana all’estero si deve anche all’olio d’oliva, che ha da sempre caratterizzato i nostri piatti migliori. Negli ultimi anni, il valore della cucina italiana si è consolidato: se una volta era relegata al ruolo di cucina etnica, oggi è un simbolo di qualità, di creatività e di ricercatezza. Chi all’estero vuole concedersi una serata particolare, cena in un ristorante italiano.

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Un significativo valore economico

L’Italia, secondo produttore mondiale di olio d’oliva, è leader nell’esportazione. I numeri chiariscono bene il suo peso economico: si producono circa 300mila tonnellate l’anno, gli occupati sono 5mila che, con l’indotto, salgono a 15mila. Nel 2023 il fatturato ha superato i 4 miliardi di euro.

L’olio d’oliva è legato anche alla diffusione della Dieta Mediterranea: fu l’americano Ancel Keys che ne scoprì le virtù nutraceutiche, aprendo la strada a un’alimentazione più sana.

Per l’oro verde, tuttavia, la strada non è sempre in discesa. Il cambiamento climatico e l’epidemia di Xylella hanno inciso negativamente sulle produzioni, l’impennata dei prezzi dell’energia e l’instabilità del quadro geopolitico internazionale hanno fatto registrare una contrazione dei consumi e dell’export ma, nonostante tutto, i consumatori continuano ad apprezzarlo.

ASSITOL chiede quindi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un sostegno non in denaro, ma in azioni: comunicazione positiva, claim che esaltino il valore nutrizionale e facciano capire che rinunciare all’olio d’oliva è rinunciare alla salute, maggiore controllo sui prodotti fake. A tale proposito, la presidente di ASSITOL ha proposto ai Ministeri delle Imprese, della Salute e dell’Agricoltura di lavorare insieme per lanciare iniziative di divulgazione.

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L’Italian Sounding dimostra che c’è voglia di Made in Italy

È importante responsabilizzare i consumatori: devono imparare a fare la spesa, a leggere con attenzione le etichette L’Italian Sounding, infatti, è la croce dell’agroalimentare italiano, come ha sottolineato Federico Eichberg, Capo di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: il 90% dei prodotti italiani che si acquistano all’estero sono taroccati. Il bicchiere mezzo pieno, però, ci suggerisce un’altra lettura: c’è voglia di Made in Italy, gli stranieri cercano i prodotti italiani e sono pronti a spendere per acquistarli.

Brunella Saccone, dirigente dell’Ufficio Agroalimentare e Vini dell’Italian Trade Agency-ICE ha ricordato che se l’Italia è al decimo posto nella classifica dell’export alimentare il merito è anche dell’olio d’oliva. È stato fatto un grande lavoro di promozione, ma c’è ancora molto da fare per liberare il grande potenziale di questo prodotto.

Saccone ha delineato lo scenario commerciale in cui si muove l’Italia. Il primo mercato per l’export è l’Europa (75%), seguita da Nord America, Asia orientale e centrale. I principali estimatori europei sono Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.

Gli Stati Uniti sono il maggiore consumatore di olio d’oliva (375mila tonnellate), che viene pubblicizzato come alternativa salutare ai grassi animali.

L’olio d’oliva è un vero e proprio superfood

Il cibo italiano è cultura e salute, e l’olio d’oliva ne costituisce una parte essenziale. Che sia un prodotto salutare lo conferma anche la nutrizionista Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza della Salute e autrice di “Superquark” e “Noos”, che ne raccomanda 4 porzioni al giorno e suggerisce di prenderlo anche a colazione sul pane.

È un autentico superfood: fa bene al cuore, contrasta l’infiammazione delle arterie, aiuta la salute cognitiva, funziona da prebiotico e antibatterico sul microbioma intestinale e contribuisce a ridurre lo zucchero nel sangue.

Bernardi ribadisce che la Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare, ma è uno stile di vita fatto di cibo sano e convivialità, che giovano al corpo e alla mente.

Tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di mettere in atto una strategia comune di filiera che coinvolga produttori e istituzioni e spieghi ai consumatori che l’olio d’oliva costa di più perché vale di più e fa bene alla nostra salute. Una bottiglia contiene circa 100 porzioni: un tesoro da assaporare e non sprecare.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.