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Le tossine naturali presenti nel cibo mettono a rischio la salute

Pochi conoscono l’esistenza delle tossine naturali negli alimenti. Sono prodotte dalle piante come strategia di difesa dall’aggressione di insetti o microrganismi, ma possono essere nocive per le persone. Ci preoccupiamo dei rischi che derivano da residui di origine sintetica, ma non di quelli che corriamo a causa dei residui di origine naturale

Tossine naturali nei cibi
Foto di Nancy Hughes su Unsplash

Tossine naturali, queste sconosciute

Le tossine naturali avere effetti fortemente negativi sulla salute, ma pochi ne sono a conoscenza.

Ci si preoccupa dei residui di sostanze chimiche come fertilizzanti e pesticidi nella frutta e nella verdura, di altri contaminanti (dovuti a inquinamento ambientale o al tipo di lavorazione degli alimenti) e delle microplastiche negli alimenti.

La nocività delle tossine naturali

Tuttavia, il cibo che mangiamo può contenere delle tossine di origine naturale, ma non per questo meno nocive per la nostra salute.

Quando le piante devono proteggersi dall’aggressione di insetti o microrganismi, mettono in atto delle strategie di difesa che consistono nella produzione di tossine naturali. Queste funzionano nella lotta della pianta dagli agenti esterni, ma nello stesso tempo possono comportare rischi potenziali anche per la salute delle persone.

Persino alimenti normalmente innocui e consumati abitualmente possono nascondere qualche insidia, ma pochi ne sono a conoscenza.

Ci preoccupiamo anche troppo dei rischi che derivano da residui di origine sintetica, ma non ci preoccupiamo affatto dei rischi che corriamo a causa dei residui di origine naturale.

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Come cambia la percezione del rischio

Questo avviene perché la nostra percezione del rischio cambia quando abbiamo una familiarità con la fonte del pericolo, che istintivamente tendiamo a sottovalutare.

È quanto emerge da un sondaggio sulla consapevolezza dei consumatori in merito alle tossine naturali nel cibo che ha svolto il German Federal Institute for Risk Assessment-BfR, un istituto di ricerca indipendente finanziato dal Ministero Federale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura.

Non tutto quello che è naturale è per forza buono, come dimostrano le tossine naturali. L’esempio più banale è la solanina che ha una concentrazione aumentata nelle patate germogliate, le lectine dei fagioli oppure la muffa che ricopre il formaggio.

Più della metà dei consumatori ignora l’esistenza delle tossine naturali. Il consumo di alimenti vegetali crudi avviene spesso per il 34% degli intervistati, raramente per il 45%, raramente o mai per il 19%. Però la maggioranza di essi ignora che possano contenere tossine, e quali.

Il 51% non sa quali cibi siano potenzialmente nocivi, fatta eccezione per le patate (15%).

Pochi conoscono l’esistenza delle tossine naturali

Come prevenire i danni da tossine naturali? I metodi più seguiti sono sciacquare (solo con acqua, con acqua e sapone o con acqua e aceto), bollire o sbucciare, con percentuali variabili a seconda degli alimenti.

Il sondaggio registra la stessa mancata consapevolezza anche per le erbe e le spezie.

Quanto ti preoccupi? La risposta è illuminante: per i residui ci si preoccupa molto (63%), abbastanza (23%) o affatto (9%), per i contaminanti rispettivamente 62%, 22% e 11%. Per le tossine la preoccupazione scende a 27% e 39% per le prime due voci, mentre è più che doppia (27%) la percentuale di quanti non si preoccupano affatto.

Ti ritieni informato sulla presenza di tossine naturali negli alimenti? Solo l’8% degli intervistati ha risposto in modo affermativo, mentre il 53% non è informato affatto e un consistente 37% si colloca in una zona neutra, ovvero non si ritiene né informato né disinformato.

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Come ci comportiamo con un alimento che ha segni di muffa

In chiusura si chiede come ti comporti se noti la presenza di muffa su un alimento? Il sondaggio propone un campione di cibi: yogurt, pane, spezie, noci, prosciutto, frutti di bosco, verdure e salumi.

Se lo yogurt finisce nel secchio nel 93% dei casi, il pane nell’87% e le spezie nell’83%, la percentuale scende drasticamente per i frutti di bosco (60%) perché il 38% elimina solo quelli guasti.

Un comportamento analogo avviene per la verdura, i salumi o le marmellate, dove si elimina la parte ammuffita e si mangia il resto. Il BfR, al contrario, consiglia di non consumarli perché anche poche tossine della muffa possono essere dannose per la salute.

Bisogna tenere presente che la tossicità è direttamente proporzionale alla quantità consumata e che la maggior parte delle persone riesce a tollerare piccole quantità di tossine naturali senza conseguenze di rilievo.

Inoltre, in molti casi, basta riscaldare il cibo per attenuare o eliminare la tossicità; la cottura, invece, ne abbassa drasticamente il livello tanto che l’alimento si può consumare tranquillamente.

La distinzione va fatta in base al peso corporeo. Ad esempio, un adulto che ingerisce quantità moderate di tossine non corre grandi rischi; diverso è il caso dei bambini, che sono più sensibili.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.