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Il latte è fresco? Ce lo dicono gli NFC

L'utilizzo di cartoni asettici multistrato è in grado di proteggere il latte fino a 12 mesi a temperatura ambiente, senza l'uso di conservanti

Il latte è fresco? Ce lo dicono gli NFC!
Foto di Couleur da Pixabay

Di Daniela Maurizi

L’Italia è fra i principali Paesi europei produttori di latte e prodotti lattiero-caseari, a fianco a Germania, Francia, Polonia, Paesi Bassi e Spagna che, tutti insieme, rappresentano quasi il 70% della produzione di latte dell’UE.

Tuttavia, nonostante la grande quantità prodotta, il tasso di spreco del latte è davvero allarmante: pare che, ogni anno, circa 128 milioni di tonnellate di latte prodotto nel mondo vanno perse o sprecate. Questo accade per colpa del deterioramento del latte prima di arrivare al negozio o dopo aver raggiunto il consumatore: infatti, la bevanda rimane fresca solo per pochi giorni o mesi, a seconda delle condizioni di conservazione, della tecnica di lavorazione e del confezionamento, che non sono sempre ottimali. Secondo le stime della FAO, oltre il 5% dello spreco totale di latte avviene proprio nella catena di approvvigionamento, dal produttore di latte crudo al consumatore.

Come spesso accade nel settore della sicurezza alimentare, la ricerca tecnologica offre sempre soluzioni innovative in grado di tutelare la salute dei consumatori, garantendo cibi freschi e sicuri. Vediamo, allora, in questo articolo a quali soluzioni è approdata la comunità scientifica, con risultati davvero sorprendenti.

Dal multistrato agli NFC

Una prima soluzione a questo problema è stata individuata nel confezionamento multistrato: è una soluzione innovativa che prevede l’utilizzo di cartoni asettici multistrato in grado di proteggere il latte fino a 12 mesi a temperatura ambiente, senza l’uso di conservanti. È un metodo che presta grande attenzione alla sicurezza poiché viene effettuato mediante macchine a elevata tecnologia, che immettono il latte in un contenitore sterile con accorgimenti tali da evitare qualunque tipo di contaminazione ambientale.

Tuttavia, anche con questo tipo di imballaggio, il latte può andare a male a causa di shock termici e danni all’imballaggio durante le fasi di trasporto e distribuzione: ricordiamo, infatti, che è indispensabile garantire la catena del freddo anche in questi step. In buona sostanza, sino ad oggi, l’unico modo per sapere con certezza se il latte è fresco o meno è aprendo la confezione. Di conseguenza, ci si è interrogati sulla possibilità di individuare un metodo che permetta di rilevare la qualità del latte in un contenitore confezionato senza aprirlo.

A questo si è dedicato un team di ricercatori del Tata Research Development and Design Centre (TRDDC), che ha sviluppato un nuovo metodo non invasivo per rilevarne la freschezza confezionato utilizzando un tag capacitivo Near Field Communication (NFC) e uno smartphone abilitato NFC. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.

La freschezza del latte in tempo reale con gli NFC

Il latte contiene acqua, grassi, minerali, vitamine, proteine e lattosio: sono tutti questi elementi che ne fanno un alimento completo, ma anche molto “delicato”. La sua freschezza cambia continuamente con il tempo e il deterioramento può verificarsi a causa di contaminazione, conservazione impropria e confezionamento inefficiente. 

Come abbiamo visto, negli anni sono state pensate diverse soluzioni per rallentare o ritardare l’inizio della degradazione della bevanda: solo per fare alcuni esempi possiamo menzionare la conservazione a freddo, l’utilizzo di conservanti, il trattamento termico e il confezionamento specializzato (Tetra Pack, buste di plastica, contenitori di plastica e vetro). Resta, però, il fatto che le variazioni delle condizioni ambientali e le confezioni danneggiate incidono ugualmente sulla freschezza del latte e possono portare al deterioramento del latte prima della data di scadenza indicata sulla confezione. 

L’obiettivo del TRDCC era riuscire a misurare la freschezza della bevanda in tempo reale durante la catena di fornitura, quando cioè l’imballaggio esterno è intatto: una sfida non da poco. Per riuscirci, i ricercatori si sono affidati agli NFC, una tecnologia di ricetrasmissione che fornisce connettività senza fili bidirezionale a distanza a corto raggio. Sembra qualcosa di lontano e altisonante, ma in verità la usiamo tutti i giorni, poiché è alla base dei nostri smartphone.

In questo studio, è stata usata una tecnica non invasiva per il rilevamento in tempo reale della freschezza del latte confezionato, proprio grazie a un condensatore a piastre parallele integrato al tag NFC. Questo tag è stato attaccato a una confezione di latte: il condensatore a piastre parallele è stato in grado di catturare la variazione della capacità attraverso la confezione di latte dovuta alla variazione della proprietà dielettrica del latte con la freschezza, inviando poi un segnale attraverso l’NFC.

Collegando uno smartphone abilitato NFC al tag apposto sulla confezione, decifrare la freschezza del latte è semplicissimo: semplicemente, apparirà una notifica che recita un messaggio come “Il latte è fresco” o “Il latte è avariato” trasmesso al termine della scansione del tag NFC. I risultati della simulazione hanno dimostrato che la tecnica proposta è in grado di catturare la variazione della costante dielettrica attraverso il materiale con l’aiuto di un sensore capacitivo NFC.

Un risultato straordinario, che potrebbe essere utilizzato non solo per confezioni multistrato in cartone, ma anche per barattoli e packaging in materiali diversi. Se venisse implementata, questa tecnologia aprirebbe le porte a un metodo di produzione più sostenibile e più sicuro, tutelando la salute dei consumatori e riducendo di gran lunga gli sprechi del settore lattiero-caseario.

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About Author / Daniela Maurizi

Chimica con specializzazione post-lauream alla De Montford University di Leicester (UK) advisor in materia di Sicurezza Alimentare, Amministratore delegato di Gruppo Maurizi e già Segretario della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici. La dott.ssa Maurizi segue, con la sua azienda, la sicurezza alimentare nei settori della produzione, commercializzazione e somministrazione degli alimenti, svolge attività di ricerca e sviluppo in laboratorio sulla chimica degli alimenti in collaborazione con università ed enti. Segue la legislazione alimentare ed è relatrice in convegni istituzionali sul tema, è docente in master e corsi professionali dedicati alla sicurezza alimentare. E’ autrice di libri per gli addetti ai lavori (" Il fai da te della Spesa sana e sicura" “Etichettatura alimentare e informazione ai consumatori”, “Prodotti vegan, vegetariani e da agricoltura biologica”, “La redazione del Food Safety Plan”), nel tempo libero cura un blog (www.danielamaurizi.it) e un podcast (https://rss.com/it/podcasts/danielamaurizi/) sulla sicurezza alimentare. L’obiettivo del suo lavoro è fornire una verità scientifica sui temi della sicurezza alimentare per rendere consapevole il consumatore, senza creare allarmismi