La sicurezza alimentare è a rischio in 45 paesi del mondo. I principali fattori di rischio sono i conflitti e i cambiamenti climatici. La Banca Mondiale interventi con progetti per 45 miliardi di dollari tarati sulle necessità dei singoli paesi
I progetti della Banca Mondiale a sostegno delle popolazioni a rischio
La sicurezza alimentare è ancora una meta irraggiungibile, come conferma l’ultimo aggiornamento della Banca Mondiale che ha rilevato il livello di inflazione nei paesi con differenti fasce di reddito (basso reddito, medio-basso, medio-alto, alto). In termini reali, l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari ha superato l’inflazione complessiva nel 58,9% dei 168 paesi di cui si hanno dati disponibili. Rispetto ai rilevamenti del 18 marzo gli indici dei prezzi agricoli e all’esportazione hanno chiuso rispettivamente in rialzo dell’8% e del 16%, mentre quello dei cereali ha chiuso allo stesso livello; i prezzi del cacao – con i raccolti compromessi da malattie e condizioni meteo sfavorevoli – hanno chiuso con +31% rispetto a due settimane fa, guidando l’aumento dell’indice dei prezzi all’esportazione.
Clima e conflitti mettono in pericolo la sicurezza alimentare
Secondo la FAO, in 45 paesi nel mondo la sicurezza alimentare è in grave pericolo: 33 in Africa, 9 in Asia, 2 in America Latina e nei Caraibi, 1 in Europa. Le cause sono dovute principalmente ai conflitti (l’invasione russa dell’Ucraina ha un ruolo di primo piano, anche perché ha alterato gli equilibri delle politiche commerciali) e alle condizioni climatiche avverse.
Questi paesi sono divisi in tre gruppi: quelli con carenze eccezionali nella produzione alimentare e nelle forniture a causa di disastri naturali, conflitti e problemi della catena di approvvigionamento; quelli con una diffusa mancanza di accesso al cibo a causa di conflitti e fattori economici come bassi redditi e prezzi alimentari elevati; quelli con grave insicurezza alimentare in alcune aree a causa di fattori come afflusso di rifugiati e fallimenti delle colture combinati con estrema povertà. La FAO rileva una recessione globale dei prezzi dei cereali, tuttavia i prezzi sono rimasti alti per cause diverse: eventi meteorologici estremi, conflitti, insicurezza e deprezzamento della valuta. Inoltre, le interruzioni delle rotte marittime (Canale di Panama e Mar Rosso) hanno fatto aumentare i costi di importazione dei cibi.
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L’ennesimo allarme inascoltato sul cambiamento climatico
Il cambiamento climatico è un fattore determinante per la sicurezza alimentare. L’ultimo Global Climate Report della World Meteorological Organization lancia l’ennesimo, inascoltato allarme climatico. L’agricoltura è particolarmente vulnerabile ai rischi climatici e la siccità rappresenta più che una minaccia: è la causa di una parte sostanziale dei danni e delle perdite globali. È sempre più urgente uno sforzo globale e coordinato per affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici, mitigare i rischi e costruire comunità resilienti.
L’intervento della Banca Mondiale per garantire la sicurezza alimentare si concretizza nel mettere a disposizione 45 miliardi di dollari in un periodo di 15 mesi. La Banca Mondiale aiuterà 335 milioni di persone, ovvero circa il 44% delle persone denutrite. Anche la fame colpisce più duramente le donne, che rappresentano il 53% delle persone in condizione di insicurezza alimentare. I fondi saranno ripartiti in progetti tarati sulle singole necessità. Si segnalano, ad esempio, generazione di opportunità imprenditoriali e di occupazione, strategie per la catena del valore alimentare, progetti agricoli per le aree più secche, programmi di educazione alimentare e all’igiene, resilienza dei sistemi alimentari, sistemi di irrigazione e approvvigionamento idrico, fornitura di sementi e attrezzi agricoli, vaccini per il bestiame, consulenza digitale per l’agricoltura, potenziamento del commercio di prodotti agricoli.