Rapporto Coop 2024, quali sono le scelte in fatto di alimentazione?
Il Rapporto Coop 2024 evidenzia alcune opinioni degli italiani, e dei giovani in particolare, in merito alle scelte relative all’alimentazione.
Chi preferisce l’alimentazione tradizionale?
Partiamo dal Made in Italy, che è il fiore all’occhiello del nostro export agroalimentare, apprezzato nel mondo.
Ebbene, è qui che arriva la prima sorpresa. Alla domanda “Quale stile alimentare la rappresenta di più?”, solo il 23% degli intervistati apprezza i cibi della tradizione e del territorio (34% nel 2022). Aumenta invece la percentuale di quanti alla tradizione uniscono le nuove identità (33% contro 30%), mentre il 30% (23% nel 2022) apprezza solo le nuove identità, quindi il cibo etnico.
Scorporando le risposte per fasce di età, la differenza diventa nettissima: gli over 55 preferiscono di gran lunga i prodotti del territorio (30%) con qualche incursione nel nuovo (35%) e poco cibo etnico (19%). Queste percentuali cambiano nella fascia 35-54 (23%, 32% e 31%), ma il vero cambiamento si percepisce tra gli under 35 (18%, 33 %) con una netta preferenza per il cibo etnico che arriva al 38%.
Rimane però saldamente in testa la preferenza per la dieta mediterranea (preferita dal 34% degli intervistati), insieme ai prodotti della tradizione italiana e locale e del territorio.
Il Rapporto Coop 2024 evidenzia i driver di acquisto dei giovani
Pochi fronzoli. Così potremmo sintetizzare l’alimentazione dei giovani 18-35 anni che non vivono in famiglia: pragmatici ma attenti all’ambiente.
Il 58% sceglie prodotti di stagione, ma preferisce quelli con il prezzo più basso (51%). Il 15% controlla che la data di scadenza sia lontana, per il 39% è importante la freschezza e il 32% guarda i valori nutrizionali.
Benessere animale, Made in Italy e marchio biologico sono decisamente in secondo piano (14%, 12% e 10%).
E in casa cosa si cucina? I piatti tradizionali/familiari vanno decisamente per la maggiore (78%), ma anche quelli pronti/facili da cucinare hanno grande seguito (53%).
Sorprende che una generazione iperconnessa preferisca fare la spesa al supermercato (76%) o comunque “in presenza” – che sia il mercato o il negozio di vicinato – ma solo l’1% fa la spesa online.
Per quanto riguarda i regimi alimentari le preferenze vanno alla dieta flexitariana (23%) e a quella vegetariana (15%).
Cibo sano, please
Gli italiani sono molto attenti a un’alimentazione sana, in Europa sono addirittura i più scrupolosi, disposti anche a pagare di più per avere prodotti più salutari.
Cosa si intende per cibo sano? A parte il biologico (9%), per gli italiani è sinonimo di “cibi con” e “cibi senza”: quindi con o senza zucchero, additivi, conservanti, grassi, glutine, lattosio, antiossidanti, minerali, vitamine, proteine.
La tendenza è in crescita. Dal Rapporto Coop 2024 emerge che almeno una volta nell’ultimo anno gli italiani hanno consumato prodotti “con” (77%), “senza” (62%), arricchiti di proteine e sostitutivi del pasto (40%), prodotti vegani e vegetali (29%).
Un altro pallino degli italiani è la dieta: nel 2024 il 42% degli intervistati ne ha seguita una, ma solo il 22% con il controllo di un nutrizionista.
Dopo il Covid 1 italiano su 3 ha preso qualche chilo. Quindi, oltre alla dieta anche lo sport è diventato uno strumento per mantenersi in forma per il 62%, ma non manca chi vuole prendere qualche scorciatoia: 8,6 milioni di italiani prendono o prenderebbero i farmaci per la cura del diabete per tenere sotto controllo il peso.
Voglia di bio
L’Italia è il quarto grande paese europeo per dimensione del mercato del biologico, dopo Germania Francia e Regno Unito.
Nel 2023 sono cresciute sia le vendite interne (5,5 miliardi di euro in valore assoluto) che le esportazioni (3,6 miliardi di euro) di prodotti biologici rispetto al 2022, con un aumento rispettivamente del 9% e dell’8%.
Soprattutto, nel 2024, sono cresciuti complessivamente i consumi domestici biologici in tutti i canali di vendita.
24,8 milioni di famiglie hanno acquistato prodotti biologici nel 2023, e 9,6 milioni di persone hanno manifestato l’intenzione di comprarli nei prossimi 12-18 mesi.
Il declino del consumo di carne secondo il Rapporto Coop 2024
I giovani mangiano la carne? 1 su 2 ne ha eliminato o ridotto il consumo, il 36% valuta di fare questa scelta in futuro, l’82% potrebbe arrivare a una dita prevalentemente vegetale e comunque con un ridotto consumo di proteine animali.
Ma a giudicare dal Rapporto Coop 2024 la tendenza al declino del consumo di carne prescinde dall’età. Il 22% degli italiani ha già ridotto o eliminato la carne dalla dieta; il consumo di quella rossa è destinato a calare di più nei prossimi 12/18 mesi, mentre quella bianca rimane più stabile, come pure i prodotti a base vegetale.
Quali sono le motivazioni che spingono questo cambio nel carrello? I manager del food&beverage sono convinti che il cambiamento climatico spinga a ridurre il consumo di alimenti ad alta intensità energetica, come la carne.
Infatti il 39% degli italiani si dichiara disposto a ridurre il consumo di carne per ridurre l’inquinamento.
Dati confermati dal fatto che nei freschi, tornano a crescere solo frutta e verdura (+3,6%).
Che posto ha la sostenibilità nelle scelte di acquisto?
L’alimentazione mantiene la sostenibilità al centro delle scelte di acquisto. Per il 62% degli intervistati ha un ruolo importante e per il 29% ha un ruolo centrale; solo per il 7% è poco importante e per il 2% non ha alcun ruolo.
Quali caratteristiche rendono un alimento sostenibile? Gli italiani hanno una buona consapevolezza e riconoscono che deve essere prodotto nel rispetto dell’ambiente (28%), deve avere un packaging sostenibile (13%), avere il marchio biologico (5%).
Altri elementi a favore sono la produzione locale, la filiera controllata, le materie prime italiane, il rispetto dei diritti dei lavoratori, il prezzo equo.
Non a caso, gli italiani a tavola sono tra i più sostenibili d’Europa.
Se 14 milioni di italiani sono preoccupati per la crisi ambientale, il 67% ritiene che questa spingerà a ridurre gli sprechi alimentari, il 45% pensa che si debba fare più attenzione all’impatto ambientale dell’alimentazione e ridurre i cibi ad alto impatto.
Consumatori più responsabili, quindi, e più attenti alla salute se il 35% ritiene che ci sarà un incremento dei prodotti freschi rispetto a quelli trasformati.