Perché i consumatori hanno diritto a un’etichetta trasparente?
Continua la battaglia di Coldiretti per ottenere l’etichetta trasparente sulle confezioni dei cibi. La richiesta è indirizzata all’Europa, affinché tutti gli alimenti in commercio che arrivano sulle nostre tavole siano dotati di una etichetta d’origine a livello europeo.
La raccolta di firme per avere l’etichetta trasparente
Per raggiungere questo obiettivo, l’associazione di agricoltori ha avviato una raccolta di firme tra i cittadini che ha già raggiunto quota 300mila sia nei mercati contadini di Campagna amica che nei gazebo Coldiretti. L’obiettivo da raggiungere è un milione di firme.
Quest’anno, in occasione del suo 80° compleanno, Coldiretti sente ancora più forte la spinta a portare avanti una delle sue tante battaglie identitarie, quella dell’etichetta trasparente sui cibi. Cresce infatti l’interesse dei consumatori per conoscere la provenienza dei cibi che acquistano.
Per difendere l’originalità agroalimentare italiana, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha indetto una gara per raccogliere idee per la creazione del marchio “Biologico italiano”. Il concorso è aperto a studenti, giovani laureati e diplomati, professionisti del design grafico e agenzie di comunicazione e design. In palio, un premio di 40mila euro.
Lotta alla contraffazione
In sostanza, la petizione di Coldiretti chiede un’etichetta trasparente per tutti i prodotti che entrano nel mercato UE in cui sia indicata in modo chiaro l’origine. Inoltre, per tali riprodotti, si devono rispettare gli standard UE ambientali, sanitari e di lavoro.
Attualmente, i prodotti stranieri sono spacciati per italiani perché una norma del codice doganale sull’origine dei cibi consente l’italianizzazione grazie a trasformazioni anche minime. Per dare un’idea, nel 2023 sono arrivati in Italia dall’estero prodotti alimentari per 65 miliardi di euro.
Un caso esemplare è quello dei prodotti biologici. Lo scorso anno le importazioni da paesi extra-UE sono cresciute del 40%, secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea citato da Coldiretti Bio.
Una richiesta a tutela della salute
In tanti anni di attività, l’associazione si è impegnata per la modernizzazione dell’agricoltura e per dare dignità ai lavoratori del settore primario.
Ad esempio, negli anni 2000, si giunge alla legge di orientamento che rende possibile ampliare le attività legate all’agricoltura con l’agriturismo, l’agricoltura sociale, la vendita diretta e la produzione di energia.
In quegli stessi anni nasce il Patto con il consumatore «che ha saldato gli interessi degli agricoltori con quelli dei cittadini e posto le basi per le tante iniziative a tutela della salute, dell’ambiente, delle campagne e della trasparenza».
La raccolta di firme per avere finalmente l’etichetta trasparente sui cibi è l’ultimo tassello di questo mosaico. Questa richiesta è finalizzata a interrompere l’importazione di cibi spacciati per italiani quando non lo sono e soprattutto tutelare la salute dei consumatori da prodotti coltivati con regole molto meno stringenti di quelle comunitarie.