La coltivazione di ortaggi nello spazio diventa una realtà. La sperimentazione è avvenuta con un container hi-tech per coltivare micro-ortaggi come ravanelli e cavoli verza. Queste innovative produzioni alimentari permetteranno agli astronauti di disporre di cibo fresco e nutriente anche in missioni di lunga durata
Coltivazione hi-tech di ortaggi nello spazio
La coltivazione di ortaggi nello spazio non è più un’idea da film di fantascienza. La ricerca e l’innovazione ne fanno una realtà che potrebbe rivelare inaspettate applicazioni anche per l’alimentazione sul nostro Pianeta.
Container hi-tech per la coltivazione nello spazio
Il Centro Ricerche ENEA Casaccia ha infatti presentato un container hi-tech per coltivare nello spazio micro-ortaggi come ravanelli e cavoli verza.
Lo studio rientra nell’ambito del progetto MICROx2 (Sistemi e tecnologie per la produzione di micro-ortaggi nello spazio “Microgreens x Microgravity”) finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Oltre all’ENEA, partecipano al progetto MICROx2 altri centri di ricerca italiani: CNR, Università di Roma Tor Vergata e Università di Napoli “Federico II” (che ha il ruolo di coordinatore).
Produrre cibo fresco per gli astronauti in missione
Obiettivo del progetto è progettare sistemi biorigenerativi per la produzione di cibo fresco ad alto contenuto di fitonutrienti. Destinatari di queste innovative produzioni alimentari sono gli astronauti, che potranno avere a disposizione cibo fresco anche nel corso di missioni di lunga durata.
Questa ricerca, pertanto, intende perfezionare un sistema di produzione che possa garantire agli astronauti in missione una dieta equilibrata dal punto di vista nutritivo, di qualità e di sicurezza alimentare.
Nello stesso tempo, l’alimentazione equilibrata può contrastare efficacemente gli effetti negativi dovuti alla gravità alterata e ai raggi cosmici. Inoltre, la coltivazione nello spazio aumenterà la sostenibilità delle missioni perché ridurrà la dipendenza dai costanti rifornimenti dalla Terra.
Ulteriore vantaggio, ma non meno importante, di questa innovativa modalità di coltivazione nello spazio è la possibilità massimizzare l’uso di risorse limitate e ottimizzare le rese produttive.
Controllo smart per monitorare la coltivazione
Spiega Luca Nardi, ricercatore ENEA del Laboratorio Agricoltura 4.0: «Le tecnologie sviluppate permetteranno di massimizzare l’uso di acqua, fertilizzanti ed energia, che sono limitati nello spazio, ottimizzando al contempo le rese produttive, la qualità e la sicurezza alimentare, per affrontare le sfide legate alla permanenza prolungata nello spazio e preparare l’umanità a future esplorazioni oltre la bassa orbita terrestre».
Per realizzare un impianto di coltivazione riproponibile nello spazio, i ricercatori dell’ENEA hanno sviluppato apparati di irrigazione e di illuminazione LED, controllati attraverso un sistema smart per la diagnostica non distruttiva e il monitoraggio in tempo reale dello stato di salute e della crescita delle piante e dei parametri ambientali, come umidità, temperatura e concentrazione di CO2.
Soluzioni innovative per l’agricoltura 4.0
Da più di dieci anni il Laboratorio Agricoltura 4.0 dell’ENEA sviluppa metodologie di coltivazione fuori suolo (sia idroponica che aeroponica) per il vertical farming, valorizzazione di colture protette di ultima generazione e tecnologie innovative per la coltivazione nello spazio.
Il Laboratorio, in particolare, si dedica a ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per l’agricoltura 4.0, con un focus su transizione agro-ecologica e digitale delle imprese agricole, salvaguardia degli agroecosistemi, incremento della resilienza ai cambiamenti climatici e resistenza a stress biotici e abiotici, con benefici in termini di riduzione degli input di produzione ed emissioni di gas serra.
Inoltre, il Laboratorio svolge ricerche per lo sviluppo di nuovi modelli di difesa fitosanitaria.