Riduzione della biomassa ittica e sicurezza alimentare
La biomassa ittica è destinata a diminuire progressivamente se lo scenario climatico non cambia. L’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse ittiche marine sta cambiando la distribuzione e la produttività degli organismi marini in tutto il mondo.
Con l’attuale intensità di emissioni, entro il 2050 si perderà il 10% della biomassa ittica molte regioni del mondo, come avverte il nuovo rapporto della FAO Climate change risks to marine ecosystems and fisheries.
Perdita di biomassa ittica, un problema globale
Lo studio riveste un interesse globale. Infatti, il rischio di perdita di biomassa ittica riguarda tutti i paesi oceanici del mondo, e in modo particolare i principali paesi produttori e quelli che hanno una forte dipendenza dai prodotti ittici per la sopravvivenza delle popolazioni.
La situazione è destinata a peggiorare se non si inverte la tendenza all’aumento delle temperature. Se entro la fine del secolo il riscaldamento globale aumenterà di 3-4°, la diminuzione di biomassa ittica raggiungerà il 30% o più in 48 paesi.
Lo studio contiene le proiezioni fino al 2100 di biomassa ittica sfruttabile in diversi scenari climatici, per tutti i paesi e territori.
I risultati del rapporto si basano su modelli elaborati da una rete globale di esperti di ecosistemi marini che collaborano con la FAO e fanno parte del progetto FishMIP (Fisheries and Marine Ecosystem Model Intercomparison Project), lanciato nel 2013.
Studiando gli effetti a medio e lungo termine dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini globali e sulla pesca, hanno confrontato i modelli esistenti in tutto il mondo ed elaborato una serie di proiezioni relative agli scenari futuri a basse e alte emissioni.
I benefici della mitigazione climatica
Comprendere i potenziali impatti del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini e sulle loro potenzialità di pesca è utile per progettare gli opportuni programmi di adattamento.
«Diminuire le emissioni riduce significativamente le perdite di biomassa per quasi tutti i paesi e territori rispetto allo scenario ad alte emissioni. Questo evidenzia i benefici delle misure di mitigazione dei cambiamenti climatici per la pesca e gli alimenti acquatici», ha sottolineato Manuel Barange, vice direttore generale della FAO e direttore della Divisione Pesca e Acquacoltura.
La relazione contiene anche raccomandazioni utili a migliorare l’accuratezza della modellizzazione dell’impatto climatico per gli ecosistemi marini e la pesca, mentre tra gli strumenti di sviluppo per il futuro indica l’acquacoltura.