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Alghe coltivate, nuove prospettive per l’alimentazione e non solo

Attualmente, le alghe coltivate sono ancora troppo costose, tanto che vengono usate soprattutto per uso alimentare. Gli usi delle alghe sono molto diversificati, ma cominciano a scarseggiare quelle naturali

alghe coltivate
Foto di Ronile da Pixabay

Perché le alghe coltivate sono molto richieste

Rinnovabili.it) – Le alghe coltivate possono offrire interessanti prospettive per l’alimentazione umana sostenibile. Sono ricche di iodio, potassio e calcio e sono una buona fonte di vitamine, in particolare del gruppo B.

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Le numerose applicazioni degli alginati

La Norvegia è un Paese particolarmente ricco di alghe, che sono ampiamente commercializzate, soprattutto sotto forma di alginati (gli alginati si estraggono da alcune alghe come Ascophillum e Laminaria; in associazione con altre sostanze è indicato nel trattamento dei sintomi del reflusso gastroesofageo e dell’ulcera peptica).

Gli alginati hanno anche molte applicazioni, tra loro molto diverse, nell’industria: si va dalla vernice ai pannolini, dagli addensanti per le salse e i gelati, alla preparazione delle medicine in capsule. Eppure il mercato potrebbe offrire ancora molte altre possibilità. La Norvegia esporta grandi quantità alginato, ma i risultati della ricerca possono aprire nuove strade. Nel mercato globale l’alginato comincia a scarseggiare: disporre di alghe coltivate di buona qualità sarebbe un’opportunità estremamente interessante.

La Norwegian Seaweed Biorefinery Platform è un consorzio nazionale – finanziato dal Consiglio norvegese per la ricerca dal 2019 – che coordina gli istituti di ricerca affinché l’industria norvegese delle alghe marine si sviluppi in modo sostenibile. È anche una bioraffineria di alghe marine a cui fanno riferimento i vari portatori di interesse. La NSBP già si occupa di regolamentare le industrie della coltivazione e raccolta delle alghe e i prodotti derivati.

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Gli studi per produrre alghe coltivate

Attualmente, le alghe coltivate sono ancora troppo costose, tanto che vengono usate soprattutto per uso alimentare, anche se sono allo studio sistemi per aumentare la produzione e avviare lo sviluppo di nuovi prodotti di alta qualità. NSBP e SFI-Industrial Biotechnology sono entrambe impegnate nella ricerca per estrarre l’alginato dalle alghe coltivate con risultati che sembrano incoraggianti sul fronte della qualità ma ancora troppo lunghi per i tempi.

Recentemente i due istituti di ricerca hanno sperimentato un sistema per raffinare l’alginato contemporaneamente all’estrazione delle alghe, risparmiando tempo e denaro. Il mercato degli alginati è ben consolidato e in grado di garantire mezzi di sussistenza ai futuri produttori di alghe coltivate. Due buone ragioni, unite alle prospettive di sostenibilità alimentare, per cui vale la pena non abbandonare la ricerca.