L’agroecologia può mettere d’accordo agricoltura e protezione dell’ambiente? L’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura è forte, bisogna cambiare ma in che modo? Secondo Legambiente l’agroecologia può rappresentare la risposta giusta per una produzione sana e un’agricoltura resiliente
Clima e agricoltura, quale strada percorrere?
(Rinnovabili.it) – Il V Forum dell’Agroecologia Circolare organizzato da Legambiente ha riunito esperti di settore, associazioni e rappresentanti istituzionali. Il tema centrale dell’evento è stato l’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura: le ripercussioni economiche sono importanti a causa dei danni causati dagli eventi estremi che alternano alluvioni e siccità di crescente intensità e a cadenza sempre più ravvicinata. In Italia, nei primi dieci mesi del 2023, se ne sono verificati 41.
Agroecologia circolare e resilienza del sistema agroalimentare
Da un’analisi di Coldiretti, nel 2023 i danni all’agricoltura – tra coltivazioni e infrastrutture – superano i 6 miliardi di euro. Per quanto riguarda le produzioni, i cali registrati sono preoccupanti: -10% per il grano, -60% per le ciliegie, -63% per le pere, -70% per il miele (e qui ci sarebbe da fare un discorso anche sul destino delle api, i principali impollinatori che garantiscono la sopravvivenza delle coltivazioni), -12% per pomodoro e viticoltura.
I danni sono sotto i nostri occhi ed è necessario un cambio di rotta, ma quali sono le vie d’uscita possibili? Qual è il modello agricolo percorribile per garantire la produzione senza danneggiare il suolo e le falde acquifere? Secondo Legambiente l’agroecologia può garantire la resilienza del sistema agroalimentare e contenere i danni causati dal cambiamento climatico. Favorire l’equilibrio tra biodiversità naturale e agricola aumenta la fertilità del suolo e rende le coltivazioni più resistenti alle avversità climatiche e alle patologie che non sempre si è in grado di curare.
Queste ultime colpiscono con sempre maggiore frequenza e aggressività numerose coltivazioni ortofrutticole: pensiamo al caso della Xylella fastidiosa che ha decimato gli olivi pugliesi o alla moria del kiwi che ha messo in ginocchio il 90% delle aziende agricole produttrici.
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Il premio agli Ambasciatori dell’Agroecologia
Una transizione ecologica dell’agricoltura italiana è già in atto, come testimoniano le tante esperienze virtuose del settore: l’Italia è leader europeo nel biologico con 90.000 operatori, più di 2 milioni di ettari coltivati e il 18,7% della SAU (Nomisma 2023). Il V Forum dell’Agroecologia Circolare ha premiato gli Ambasciatori dell’Agroecologia, che alla produzione di qualità uniscono la tutela del territorio e la valorizzazione sociale della comunità. Quest’anno sono stati premiati 2 Comuni, 1 cooperativa, 6 aziende agricole e 1 azienda ittica. «L’Italia è pronta alla transizione ecologica delle filiere agroalimentari, chiede un cibo sempre più sano e giusto e vuole poter contare su un prodotto sostenibile dal campo alla tavola. Serve rimettere al centro i tre pilastri della sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – garantendo reddito e maggiore sicurezza agli operatori del settore. Dobbiamo favorire il Made in Italy e sostenere le nostre filiere fornendo supporto tecnico di fronte alle incertezze legate alla crisi climatica e all’aumento dei prezzi», afferma Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.
Bisogna spingere sull’acceleratore e recuperare i ritardi accumulati finora. Legambiente indirizza al governo sei proposte che, partendo dall’agricoltura biologica, puntano sull’agroecologia coniugando innovazione e sostenibilità.
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Superare il gap tra domanda e offerta e ridurre i costi
Tuttavia c’è un ostacolo da superare: il gap tra domanda e offerta e la riduzione dei costi per produttori e consumatori. Partendo da qui, Legambiente propone l’IVA al 2% per tutti i prodotti biologici certificati, bonus fiscali (dedicati alle donne in gravidanza, ai bambini e alle categorie più fragili) e credito d’imposta per le aziende agricole che decidono di convertirsi al biologico per ridurre i costi della certificazione oggi totalmente a carico degli agricoltori.
Il Governo può dare un segnale chiaro approvando il Piano d’Azione Nazionale sul biologico, emanando i decreti attuativi sulla legge sull’agricoltura biologica approvata nel 2022 dopo 13 anni e destinando più risorse alla realizzazione dei biodistretti.
Tra i punti chiave per Legambiente c’è l’approvazione in tempi rapidi del SUR, il regolamento europeo sui pesticidi: esiste il rischio concreto che vengano eliminati gli obiettivi di riduzione di pesticidi vincolanti per gli Stati membri e il divieto di utilizzo nelle aree sensibili. Inoltre, Legambiente chiede al Governo di votare no alla proposta della Commissione Europea di prorogare per altri dieci anni l’uso del glifosato in Europa.
Proposte ambiziose ma realizzabili
Spiega Angelo Gentili, responsabile nazionale agricoltura Legambiente: «Vogliamo promuovere un modello agroalimentare capace di ridurre gli input negativi della chimica di sintesi, ma anche quelli idrici ed energetici. Inoltre, vogliamo diminuire le emissioni climalteranti, innalzando l’asticella dell’agricoltura integrata, promuovendo il biologico e favorendo l’innovazione tecnologica. Si deve scommettere sull’economia circolare, sull’efficienza energetica, sul rinnovo del parco macchine, su biogas e biometano, sul fotovoltaico sui tetti dei capannoni, andando oltre l’autoconsumo e favorendo le comunità energetiche, sull’agrivoltaico che all’innovazione tecnologica dei pannelli fotovoltaici unisce le pratiche agricole realizzate in modo complementare, evitando consumo di suolo in una sinergia positiva fra produzione agricola ed energetica».
Proposte ambiziose ma realizzabili a patto di agire in tempi rapidi.